I presidi avranno a disposizione un’applicazione che dirà ogni mattina se i docenti sono in regola con il green Pass. Per chi è in regola si illuminerà il verde. Rosso per gli altri che saranno invitati a fare il tampone per poter accedere.
Con l’uso del Green Pass obbligatorio dal 6 agosto fino al 31 dicembre grazie al Decreto Legge approvato dal CDM il 22 luglio e in gazzetta il 23 luglio entrano in vigore una serie di limitazioni all’accesso di determinati servizi ed esercizi per chi non è in possesso di tali certificati.
Anche nella scuola sarà obbligatorio da parte dei docenti avere questo certificato previa esclusione dalla didattica, sospensione e dopo 5 giorni di semaforo rosso decurtazione dello stipendio.
Per aiutare i presidi nella gestione e nel controllo del personale scolastico è stata predisposta una piattaforma informatica collegata direttamente con il database unico dei “green pass” gestito da SOGEI che consentirà di accertare in tempo reale la presenza del certificato da parte dei docenti, che ricordiamo in caso non siano in regola non potranno entrare a scuola; dopo cinque giorni di assenza scatterà la sospensione dello stipendio.
“Stiamo lavorando con presidi e il Garante della Privacy per avere uno strumento semplice e facile che permetta ai presidi tutte le mattine di controllare chi ha disco il verde e chi il disco rosso“, ha spiegato il ministro Patrizio Bianchi, intervistato da Morning News su Canale 5. Bianchi ha assicurato che sarà disponibile da “quando i ragazzi saranno a scuola” (fonte AGI)
I presidi tramite l’ANP hanno dato il loro ok per questo strumento che eviterà lunghi controlli manuali sempre passibili di errori.
Tutto bene sembrerebbe, invece ci sono ovviamente una serie di problemi ancora da risolvere e di aspetti da approfondire.
Vediamo quali.
Prima di tutto ci potrebbero essere dei ritardi nell’arrivo del pass agli aventi diritto con discriminazioni per coloro che ne saranno privi non per colpa loro e questo sarà un tema tutto da trattare e gestire offline dalla piattaforma soprattutto davanti ad un caso come quello dell’attacco informatico della Regione Lazio.
Uno degli aspetti che merita un approfondimento è quello relativo al tema del trattamento dei dati e i permessi per accedere alle banche dati pubbliche.
Occorreranno processi rigidi per l’autenticazione del personale che sarà delegato all’accesso dei dati e tutti i meccanismi di protezione e di accesso sicuri per evitare ogni tipo di data breach.
La piattaforma dovrà essere gestita secondo le normative previste dal trattamento dei dati personali (GDPR), con i presidi che sicuramente avranno la responsabilità del trattamento de dati per il loro Istituto.
Come suggerito da Agenda Digitale, l’utilizzo del controllo “sia previsto da una legge ordinaria, eventualmente anche sotto forma di decreto-legge” perché incide sul diritto del lavoro e su conseguenze disciplinari in caso di mancato rispetto della nuova norma
Altro elemento che andrà evitato, sul tema ovviamente dovrà esprimersi il garante privacy, è che la piattaforma consenta in qualche modo la tracciabilità degli spostamenti del lavoratore, perché questo contrasterebbe con i principi costituzionali a presidio dei singoli dipendenti.
Dovrà essere evitato ogni tipo di tracciamento e immagazzinamento dei dati successivi al controllo immediato e quindi dovrà essere non possibile ricostruire ex post il profilo del lavoratore utilizzando i dati del green pass usati per l’accesso agli Istituti scolastici.
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