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Un’app per rilevare i pregiudizi: la lancia l’Unicef dopo averla sperimentata nelle scuole

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La web app OPS, acronimo di “La tua opinione oltre ogni pregiudizio, contro gli stereotipi” è l’applicazione, progettata come un gioco di reazione, lanciata dall’Unicef in questi giorni in Italia, per rilevare i pregiudizi inconsci, che si assimilano inconsapevolmente nelle società dove si vive.

Si tratta di uno strumento innovativo, che attraverso l’intelligenza artificiale ha creato una serie di volti, a cui dovranno essere abbinati aggettivi specifici, legato all’omonima campagna, che ha l’obiettivo di contrastare ogni forma di discriminazione, in particolare quella basata su diversi pregiudizi.

Nelle intenzioni di Unicef OPS, attraverso la raccolta di dati su ampia scala, potrà consentire di delineare un quadro sempre più completo sui pregiudizi inconsci in Italia sulle persone migranti.

I dati ottenuti confluiranno in un’indagine nazionale sulle attitudini di adolescenti e giovani nei confronti dei propri coetanei con background migratorio. I risultati serviranno per indirizzare le azioni future di sensibilizzazione dell’UNICEF sulla non-discriminazione e saranno presentati nella seconda metà del 2024 con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR).

Come funziona

In soli 3 secondi gli utenti di OPS potranno etichettare ciascun volto, scegliendo tra una serie di aggettivi, quali “bell*, Ricc*, onest*, intelligente, migrante”, successivamente proveranno a riflettere sulle loro reazioni istintive, per poi confrontarsi con i loro pregiudizi inconsci, per capire come i modelli di riferimento legati ai propri gruppo di appartenenza spesso determinano il nostro modo di giudicare gli altri.

La sperimentazione nelle scuole

La sperimentazione dell’app si è svolta nelle scuole, coinvolgendo circa 315 studentesse e studenti in Italia. Oltre l’80% ha mostrato di associare sistematicamente caratteristiche fisiche fenotipiche come un determinato colore della pelle allo status di “migrante” e nel 100% dei casi, coloro che sono stati coinvolti nella sperimentazione hanno dimostrato di avere una considerazione mediamente più alta del fenotipo a cui appartengono rispetto agli altri.

Inoltre, in tutti i gruppi coinvolti nella sperimentazione le donne risultano essere votate come più “belle” degli uomini, dato che suggerisce il persistere di associazioni inconsce tra il genere femminile e gli standard di bellezza.

Interessante anche la rilevazione secondo cui i rispondenti di sesso maschile e di sesso femminile tendano ad attribuire aggettivi mediamente più positivi a individui dello stesso sesso.

La web app è disponibile al link https://unicef-ops.cloud.ammagamma.com/

Per info sulla campagna:

https://www.unicef.it/minori-migranti-rifugiati/inclusione-partecipazione/campagna-ops/