Per noi che siamo un’associazione di famiglie con persone con disabilità di qualunque tipo, l’inclusione è un valore a cui la società civile dovrebbe aspirare in ogni ambito.
Pertanto, leggere l’editoriale del Corriere della Sera del 13 gennaio u.s., firma dell’editorialista Ernesto Galli della Loggia, ha suscitato indignazione, non solo per il contenuto, ma anche per la SUPERBIA (per niente celata), con cui il suo autore si è approcciato alla tematica dell’inclusione scolastica.
Essendo Ernesto Galli della Loggia “professore emerito” presso una prestigiosa università italiana, ci si aspetta che senta su di sé non l’ONERE, bensì il DOVERE di informarsi e documentarsi adeguatamente, quando decide di esprimere pubblicamente il proprio pensiero su determinate questioni, ciò nel rispetto di chi lo ascolta o lo legge.
È evidente che per alcune persone la SUPERBIA insita nella loro natura, fa ritenere superfluo qualsiasi approfondimento, certe di saperne già abbastanza sul tema.
Leggere nel 2024, su un quotidiano nazionale, un editoriale in cui l’inclusione scolastica è definita “mito” al pari di una qualsiasi effimera chimera, è sconcertante.
Lascia basiti poi, l’assoluto distacco e disinteresse verso il tema trattato, che si palesa dalla moltitudine di affermazioni errate ed inesatte di cui è permeato lo scritto.
Sarebbe bastata una rapida ricerca su google per evitare l’errata affermazione che l’Italia sarebbe “l’unico caso al mondo in cui nelle classi regolarmente convivono accanto ai cosiddetti allievi normali, anche ragazzi disabili gravi…” Non siamo soli, in Europa siamo in compagnia di Spagna, Grecia, Portogallo, Svezia, Irlanda, Norvegia, Cipro.
Certamente quando a scrivere è un professore emerito è legittimo aspettarsi l’uso di un lessico corretto ed appropriato: sarebbe stata utile la lettura di uno scritto di Daniela Orlandi (facilmente reperibile anch’esso su Google) “Il peso delle parole, l’evoluzione della disabilità nella terminologia corrente”, per non scrivere “ragazzi disabili”, bensì “ragazzi con disabilità”.
Quando si affronta la questione dell’inclusione delle persone con disabilità, non si può prescindere da quanto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità del 2006: ritenere l’inclusione scolastica di alunni e studenti con disabilità, un “mito”, significa sminuirne del tutto la portata decretandone, al contempo, l’assoluto fallimento.
Ritenere irrealizzata ed irrealizzabile anche l’inclusione scolastica di alunni e studenti con BES e stranieri è poi la punta dell’iceberg del pensiero espresso, ancora una volta con un lessico poco appropriato.
Quanto al ruolo dell’insegnante di sostegno, così offensivamente sminuito, vale la pena evidenziare quanto si stia facendo in questi ultimi anni, per conferire una connotazione che caratterizzi questa figura come un docente della classe (come già sancito dalla L. 104/1992) con competenze e formazione specifiche sulla disabilità e BES, ruolo questo che oggi può essere ricoperto soltanto da docenti con TFA di specializzazione sul sostegno.
Certamente la strada dell’inclusione scolastica, iniziata con la legge 517/1977, è stata e continua ad essere, una strada tortuosa, non priva di ostacoli e lo sappiamo noi che l’abbiamo percorsa al fianco dei nostri figli quotidianamente, con fatica e talvolta frustrazione, ma senza mollare, anzi facendo sentire la nostra voce affinché quanto riconosciuto dal legislatore nelle norme vigenti del nostro ordinamento, non rimanga lettera morta bensì trovi concreta attuazione.
Sicuramente prima di poter dire che l’INCLUSIONE SCOLASTICA sia pienamente attuata ci vorrà ancora tempo e ancora ostacoli da superare lungo il percorso, ma è un VALORE IRRINUNCIABILE da perseguire con tenace determinazione e certamente facendo sentire la nostra voce a chi vorrebbe relegarla ad un mito irrealizzabile, una mera utopia, cancellando quasi 50 anni di progresso civile.
Il Comitato Disabilitá Municipio X APS
CDMX APS
La Tecnica della Scuola vuole chiedere ai propri lettori se sono d’accordo o meno sul ritornare all’istituzione delle classi speciali cancellate in Italia esattamente 50 anni fa.
All’interno del sondaggio troverai le seguenti domande:
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