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Unesco: nel mondo 28 milioni di bambini senza scuola per colpa delle guerre

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Ammonta a ventotto milioni la quota di bambini nel mondo privi di istruzione a causa dei conflitti armati: la stima è stata fatta dall‘‘Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura’, attraverso un rapporto internazionale pubblicato il 1° marzo. Nella relazione dell’Unesco – intitola “La crisi nascosta: i conflitti armati e l’educazione” e redatta da Kevin Watkins – si sostiene che questa quota altissima di giovani vive anche in uno stato di tensione permanente: le vicende bellicose si traducono spesso in “attacchi mirati contro le scuole”, a “stupri” e ad “aggressioni sessuali”. Sui 67 milioni di bambini in età scolare che non frequentano istituti scolastici, dice il rapporto, “il 42%, cioè 28 milioni, vivono nei paesi poveri in preda a conflitti di varia natura”. La stima, precisa l’Unesco, si riferisce al 2008 ma non è molto distante dalla realtà di oggi, visto che i conflitti nel frattempo non si sono ridotti. Anzi, la tendenza sembra purtroppo in aumento: nel 2009 si sono infatti registrati almeno 613 attacchi contro i 347 del 2008.
Nel rapporto si evidenza come uno dei problemi principali è che “i soggetti che prendono parte a questi conflitti attaccano deliberatamente bambini e scuole”. Inoltre il documento evidenzia come le violenze sessuali restino una sorta “di tattica di guerra a cui si continua a far largamente ricorso”. Secondo l’esperto Watkins, tutto ciò “crea una situazione particolarmente difficile per le bambine e le ragazze, costrette molto spesso a rinunciare alla scuola e all’istruzione”. E pensare che in diversi Paesi privi di guerre in corso i giovani che in età scolare lasciano i banchi prematuramente e spesso senza un motivo valido sono tantissimi: solo in Italia stime attendibili li quantificano in almeno 120.000 l’anno.
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Alessandro Giuliani

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