L’Unesco ha messo in campo una serie di iniziative per sostenere la cultura, per salvaguardare il patrimonio culturale e responsabilizzare artisti e creativi in attesa della fine di questa crisi che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, con morti e danni economici formidabili che fra l’altro colpiscono i più deboli.
Fra queste iniziative, una campagna sui social per conoscere il patrimonio culturale mondiale e varie altre mostre virtuali online.
Inoltre l’Unesco, per la giornata mondiale dell’arte, che si celebra il 15 aprile, organizza un dibattito online ‘ResiliArt Debate’ che vuole riunire artisti e attori per un dibattito online sui danni causati dal Covid-19 al mondo dell’arte e per raccogliere suggerimenti sulle politiche e i meccanismi finanziari che possano aiutare i creativi e la collettività a superare questa crisi.
Fa sapere infatti: “Oggi più che mai abbiamo bisogno di cultura. È la cultura a renderci resilienti a darci speranza e a ricordarci che non siamo soli”.
Per questo l’Unesco invita soprattutto i lavoratori dello spettacolo e dell’arte del mondo intero a partecipare al dibattito e a presentare le opere che stanno producendo durante il confinamento e che saranno condivise sui social media.
L’Unesco ricorda come in tutto il mondo, gli artisti, la maggior parte dei quali dipendono da attività ausiliarie per integrare il reddito della loro arte, ora non sono in grado di sostenersi. Testimonial dell’iniziativa sarà il pioniere della musica elettronica Jean MIchel Jarre.
Inoltre, il 22 aprile l’Unesco riunirà i ministri della cultura di tutto il mondo per un incontro online sull’impatto della pandemia da Covit-19 sulla cultura, mentre il 19 novembre, lo stesso vertice scambierà informazioni e opinioni sull’impatto della crisi sanitaria che stiamo vivendo sul settore culturale, proponendo misure di politica correttiva in relazione ai contesti nazionali.
”La chiusura dei siti del patrimonio mondiale, dei musei, dei teatri, dei cinema e di altre istituzioni culturali -sottolinea infine l’Unesco – mette a repentaglio il finanziamento di artisti e industrie creative, nonché la conservazione di luoghi straordinari e i mezzi di sussistenza delle popolazioni locali interessate, per non parlare degli stessi professionisti della cultura”.
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