La protesta non è una novità, visto che già nel mese di dicembre l’adesione di migliaia di studenti, che hanno manifestato, scioperato e organizzato picchetti e occupazioni
“La nostra rabbia è del tutto giustificata – ha dichiarato Richard Barabas di HH all’emittente indipendente Klub Radio, annunciando l’ultimatum – stiamo tentando di portare avanti un dialogo pubblico, costruttivo, su temi delicati con il governo, ma l’impressione è che stiamo sbattendo la testa contro il muro”. Gli studenti, ha aggiunto, sono stanchi “di promesse vuote”.
Oltre al ripristino del numero di posti a livello del 2011, alla fine dei tagli e all’abolizione dell’obbligo post-laurea di lavorare in patria per chi usufruisce di borse di studio, gli universitari chiedono che il governo tratti con il Forum Negoziale per l’Educazione Superiore, un gruppo che riunisce studenti, professori e sindacato. “Il governo parla ai singoli professori e ai singoli gruppi di studenti – ha spiegato Barabas – usa la politica del divide et impera. Questo è inaccettabile e ci ha portati a lanciare l’ultimatum”.
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