Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF, 3,6 milioni di bambini in Iraq – uno su cinque nel paese – sono a grave rischio di morte, di essere feriti, di subire violenze sessuali, sequestri e reclutamenti in gruppi armati. Il Rapporto “Un prezzo pesante per i bambini” rivela che il numero di bambini in pericolo di subire queste violazioni è aumentato di 1,3 milioni in 18 mesi.
Un totale di 1.496 bambini sono stati rapiti nel paese nel corso degli ultimi due anni e mezzo, che equivale a 50 bambini rapiti ogni mese; molti sono costretti a combattere o a subire abusi sessuali.
Il Rapporto indica inoltre che quasi il 10% dei bambini iracheni – più di 1,5 milioni – sono stati costretti ad abbandonare le loro case a causa della violenza dall’inizio del 2014, spesso più volte. Quasi una scuola su cinque non è utilizzabile a causa del conflitti e quasi 3,5 milioni di bambini in età scolare sono senza un’istruzione. Dal 2014, l’UNICEF ha verificato 122 attacchi alle strutture per l’istruzione ed 797 scuole sono state utilizzate come rifugi per gli sfollati.
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8,3 milioni di bambini (più del doppio del numero stimato nel 1990) sono stati esposti dal 2014 a grave stress; 975.000 ragazze (erano 449.800 nel 1990) si sono sposate prima dei 15 anni e 575.000 bambini (erano 265.300 nel 1990) lavorano.
4,7 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti umanitari – un terzo di tutti i bambini iracheni – mentre molte famiglie devono ora affrontare il peggioramento delle condizioni dopo le operazioni militari a Fallujah ed intorno a Mosul.
Nel 2016, più di un quarto dei circa 1,1 milioni di bambini che nascerà, lo farà senza assistenza medica. Quasi un quarto dei bambini in Iraq ha ritardi nella crescita; un bambino su 25 muore prima del quinto compleanno.
1 milione di bambini sotto i 10 anni di età che ha abbandonato le loro case si trovano ad affrontare una grave carenza di acqua potabile; il 25% dei bambini soddisfano le esigenze di avere acqua quotidianamente accedendo a fiumi e torrenti.
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