Il rapporto ‘Hidden in Plain Sight’ è un’analisi statistica basata sui dati provenienti da 190 Paesi, che ha sottolineato la sconcertante crescita degli abusi fisici, sessuali e psicologici. Secondo il rapporto, 84 milioni di ragazzine di età compresa 15 ai 19 anni, una su tre di quelle che hanno una relazione stabile, sono state vittime di violenza psicologica, fisica o sessuale da parte del marito o del partner.
E ancora, quasi la metà di tutte le ragazze tra i 15 e i 19 anni (circa 126 milioni) credono che un marito sia giustificato a picchiare la moglie in certe circostanze. Percentuale che sale a oltre l’80% delle adolescenti in Afghanistan, Guinea, Giordania, Mali e Timor Leste.
Il 17% dei bambini in 58 Paesi sono soggetti a forme severe di punizione fisica, mentre in media 8 piccoli su 10 vengono sottoposti ad una qualche disciplina violenta in casa propria. E globalmente tre adulti su dieci ritengono che le punizioni corporali siano giustificabili per l’educazione.
“Sono fatti scomodi, che nessun genitore e nessun governo vorrebbe vedere”, spiega Anthony Lake, direttore esecutivo dell’agenzia Onu sui minori, “ma se non ci confrontiamo con la realtà che ciascuna di queste statistiche rappresenta, non riusciremo mai a cambiare la mentalità secondo cui la violenza contro i bambini è normale e lecita. Questa violenza si può prevenire, se ci rifiutiamo di farla rimanere nell’ombra. I risultati del rapporto ci obbligano ad agire, per il bene di ogni singolo bambino e per il futuro delle società in tutto il mondo”.
Per questo l’Unicef propone alcune strategie per consentire alle società nel loro complesso di prevenire e ridurre la violenza contro i bambini, tra cui fornire sostegno ai genitori e competenze comportamentali ai minori, modificare gli atteggiamenti sociali, rafforzare i sistemi giudiziari, penali e sociali, e aumentare la consapevolezza dei costi umani e socio-economici della violenza, al fine di modificare atteggiamenti e norme