Secondo Unicobas lo sciopero di oggi consolida la protesta effettuata già alle Medie (15% di adesioni) e nella Primaria (20% di adesioni),benché il Miur dia numeri diversi perchè, dice Unicobas, il sistema usato opera automaticamente il calcolo percentuale sul totale del personale della scuola italiana. Ad esempio, quando ha scioperato la scuola Primaria, la percentuale fornita dal MIUR non è stata calcolata sui duecentomila docenti ed ATA operanti nella scuola Primaria, bensì su tutti i 900000 docenti ed ATA operanti nell’intero sistema pubblico dell’istruzione.
Questa forte protesta dunque deve spingere il nuovo Ministro a cancellare definitivamente la vergogna delle prove Invalsi. In caso contrario si allargherà la frattura fra il mondo della scuola militante e quello della politica e dei sindacati di partito.
Per D’Arrigo le prove Invalsi hanno superficialità ed il nozionismo, sono inadeguati ai programmi ed alla metodologia italiana e unificano i risultati con quelli delle scuole private .
Con la macchina ispettiva ed il “bipartizan” Indire, l’Invalsi è uno dei tre pilastri pensati per “disciplinare” la scuola e traghettarla verso il sistema retributivo “a fasce”.
Prove siffatte, continua D’Errico, dovrebbero fornire parvenza di “oggettività” ad un’omologazione dall’alto, mentre il metodo stesso di rilevazione, copiato dagli standard formativi dismessi da USA e Canada, è giudicato improprio: “Il processo di valutazione deve essere inteso come un processo culturale e non come un processo manageriale … esso è totalmente inadeguato in un sistema i cui contenuti sono culturali, non misurabili, non passibili di una definizione oggettiva affidabile alla gestione di ‘esperti’ esterni”.
Ma le prove Invalsi sono anche centralistiche perché non tengono nel minimo conto i differenti POF della scuola dell’autonomia e sono addirittura uguali da Canicattì a Bolzano!
Il carrozzone Invalsi gode di cospicui finanziamenti, una parte dei quali erogati anche in funzione della somministrazione e della correzione delle schede. Un carico aggiuntivo gratis et amore dei che si cerca d’imporre ai docenti senza che ve ne sia traccia nel contratto nazionale.
Il metodo Invalsi nasce dall’assoluta sfiducia del “Palazzo” e di certa “Accademia” nelle capacità valutative degli insegnanti italiani.
Ma si contrappone con arroganza persino al sistema di rilevazione adottato da decenni dall’OCSE, mirato, invece che al nozionismo, alla verifica delle competenze, e che colloca ad esempio la scuola Primaria italiana, da trent’anni, fra il primo ed il sesto posto nel mondo.
Farebbero tutti meglio a rileggersi l’art. 33 della Costituzione sulla libertà d’insegnamento, nonché le attribuzioni dei Collegi Docenti, unici ad aver titolo a decidere in materia di didattica e valutazione. Le tante delibere approvate nelle scuole contro le prove Invalsi dovrebbero venire considerate cogenti dal Ministero e dai dirigenti scolastici.
Oggi siamo alle valutazioni a quiz in stile televisivo, continua il comunicato, che registrano prevalentemente attitudini meramente esecutive e monoprofessionalistiche. I test Invalsi sono il completamento della scuola minimalista prodotta dalla controriforma Gelmini
Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas Scuola)
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