Per i Comitati nazionali della LIP scuola quello di domenica 22 sarà un appuntamento importante e decisivo.
In occasione dell’incontro che si terrà a Roma i comitati LIP dovranno mettere a punto il testo definitivo della proposta di legge e decidere le iniziative politiche e di comunicazione per divulgare la proposta e fare in modo che arrivi nelle aule del Parlamento.
Il testo attuale, più completo di quello precedente e risalente ad una decina di anni addietro, è formato da 33 articoli, l’ultimo dei quali contiene non meno di una quarantina di abrogazioni di norme precenti: si va dalla legge 53/2003 (Riforma Moratti) fino ai regolamenti Gelmini per arrivare ovviamente alla legge 107.
Insomma, un vero e proprio “piazza pulita” su tutta la produzione normativa degli ultimi 15 anni. Ma a qualcuno non basta.
A pochissimi giorni dall’incontro, infatti, l’Unicobas, sindacato che sostiene la LIP, ha pubblicato una lettera aperta che pone un problema politico di non facile soluzione.
Cancellare la legge 107 e modificare anche profondamente l’assetto complessivo del sistema – sostiene Unicobas – è importante ma del tutto insufficiente: la vera “battaglia” deve essere quella di far uscire la scuola e il personale scolastico dalla gabbia del pubblico impiego.
“Il senso – spiega Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – è quello di restituire alla scuola il ruolo costituzionale di istituzione, sottrattole con infinite manovre aziendaliste (cd. ‘autonomia’ inclusa). Manovra che ha avuto il suo cardine nel decreto legilsativo 29/1993 del Governo Amato che include la scuola (ma non Università, Magistratura, ‘Sicurezza’ e Difesa, etc.) nella privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, così che il nostro contratto è paradossalmente divenuto di natura privata proprio perché inseriti nel pubblico impiego, mentre è rimasto di natura pubblica per altri settori retribuiti dallo stato (in primis l’Università, dove si esercita la nostra stessa funzione)”.
“D’altronde -aggiunge il segretario Unicobas – il decreto 29 trasformava il preside in ‘datore di lavoro’ ancor prima che diventasse ‘dirigente’: per questo è stata possibile la chiusura del cerchio avvenuta con la legge 107. Era ovvio che questo singolare ‘datore di lavoro’, prima o poi, sarebbe diventato colui che t’assume, ti ‘valuta’ e ti licenzia”.
“Quindi – conclude d’Errico – se non si pretende l’uscita della scuola dal campo di vigenza del decreto 29 risulta assolutamente contraddittoria ogni battaglia contro la 107 (ed ora contro le famose ‘deleghe’ approvate dal Governo)”.
La proposta che l’Unicobas intende portare al tavolo della assemblea nazionale di domenica 22 è chiara: inserire nel testo della LIP un riferimento allo stato giuridico del personale soclastico che dovrebbe essere inquadrato nei ruoli dello Stato con un contratto specifico di natura non privatistica fuori dall’area del pubblico impiego e alla istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l’autonomia e la terzietà della Scuola pubblica.
Un programma ambizioso che oggettivamente confligge con la posizione assunta dai sindacati rappresentativi negli ultimi 20 anni e che, se fosse recepito all’interno della LIP, potrebbe determinare un cambio di rotta dell’intero “movimento” del mondo della scuola.
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