Categorie: Politica scolastica

Unicobas anticipa tutti e proclama lo sciopero per il 23 ottobre

A questo punto sulla situazione politico-sindacale sembra arrivare una mezza schiarita.

Per lo meno nel senso che le intenzioni delle diverse sigle sono quasi del tutto manifeste, anche se qualche piccolo dubbio c’è ancora.
Il primo dato rilevante è che i 5 sindacati del comparto sono fermi, per il momento, sulle manifestazioni regionali e provinciali programmate per sabato 24 ottobre, segno evidente – almeno per ora – della difficoltà di trovare un punto di incontro per uno sciopero unitario richiesto da più di un mese nelle assemblee che si sono svolte e che si stanno svolgendo in centinaia di scuole di tutta Italia.
Per coprire questo vuoto, già da diversi giorni i Cobas hanno proclamato uno sciopero della scuola per il 13 novembre, ma è possibile che nel frattempo confederali, Snals e FGU-Gilda decidano di lanciare uno sciopero di tutto il pubblico impiego per la settimana successiva (a quanto pare sono però già stati anticipati dall’Usb che lo ha proclamato per il giorno 20).
Non tutti però sono d’accordo a far “annegare” le rivendicazioni del mondo della scuola in una piattaforma inevitabilmente generica che riguardi l’intero pubbico impiego, anche se certamente quello del rinnovo dei contratti pubblici è una tema forte.

 

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A rivendicare una maggiore centralità della scuola c’è per esempio l’Unicobas che proprio in queste ore ha deciso di proclamare uno sciopero nazionale della scuola per il giorno 23 ottobre.
“Nello stesso giorno – spiega il segretario nazionale Stefano d’Errico – ci sarà anche una manifestazione nazionale contro l’ipotesi del Governo di limitare il diritto di sciopero dei lavoratori, impedendone l’esercizio al sindacalismo di base. Ma soprattutto noi intendiamo contestati i punti fondamentali della legge 107: la chiamata diretta e la continua precarietà del 10% del personale, la valutazione discrezionale e la fine della libertà d’insegnamento, la perdita della titolarità e l’eliminazione delle regole di garanzia sui trasferimenti”.
“Per la verità – spiega d’Errico – possiamo anche discutere con gli altri sindacati sulla possibilità di spostare la data, ma ad una condizione imprescindibile e cioè che lo sciopero riguardi unicamente la scuola in modo da ribadire con i fatti la centralità della questione scolastica”.
“Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo – conclude il segretario nazionale – ricomprendere la scuola in uno sciopero per il pubblico impiego e non semmai il mondo del lavoro in uno sciopero per la scuola, chiamare la scuola ad uno sciopero poco più che ‘testimoniale’, al quale è facile segua il solito ‘aggiustamento’ fra sindacati tradizionali e governo (ma solo sulla legge di stabilità), non sarebbe che un sistema per calare una pietra definitiva e tombale sulle lotte contro l’applicazione della legge 107″.

 

Reginaldo Palermo

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