In merito alle risorse contrattuali Stefano d’Errico, segretario generale Unicobas, sembra avere le idee chiare.
“Attualmente – afferma d’Errico – il Governo parla di 300 milioni di euro, ma la prospettiva è evidente: aggiungendo a questa cifra i 700 milioni che Renzi è riuscito a risparmiare con rinvii e mancate assunzioni (tutti rubati alla scuola e sui quali, guarda caso, i ‘sindacatoni’ non si sono mai pronunciati), si faranno i contratti per 3 milioni di ‘pubblici dipendenti’ (dei quali un terzo siamo noi della scuola, che ‘finanzieremo’ così per i due terzi il rinnovo contrattuale di tutti)”.
Lo scenario, per il segretario Unicobas, è chiaro: “Ci sarà un bello sciopero-farsa general-generico del pubblico impiego che servirà soprattutto a distrarre l’attenzione ed a far dimenticare un anno di lotte contro la Buona scuola di Renzi e Cgil, Cisl e Uil (e con loro Gilda e Snals) grideranno alla ‘grande vittoria’ facendo credere di essere riusciti a strappare al Governo altri 700 milioni di euro”.
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“In tal modo – continua d’Errico – avremmo 30 euro lordi (18 netti di media): 16 lordi (9 netti) ad un collaboratore, 22 lordi (13 netti) ad amministrativo, 26 lordi (16 netti) ad un docente dell’infanzia e della primaria, 36 (21 netti) ad un docente delle medie, 46 (27 netti ad un docente delle superiori in posizione apicale a fine carriera). Senza dimenticare che quasi certamente gli aumenti verranno concessi in cambio di un aumento della produttività che, nella scuola, significa una cosa sola: più ore di lavoro”.
Ma, una soluzione, per d’Errico c’è: “Il nostro sciopero proclamato per il 23 ottobre è l’unica chance per prevenire la manfrina dello sciopero general-generico in arrivo a novembre, a meno che i Cobas, che hanno a loro volta deciso di scioperare il 13 novembre, non dimostrino con i fatti di avere davvero a cuore l’unità della categoria. Proponiamo ai Cobas di scioperare insieme in modo da costringere anche confederali ed ‘autonomi’ ad uscire allo scoperto”.
“La strada è semplice – spiega d’Errico – Basta che i Cobas rispondano a due facili ‘condizioni’: 1) dichiarino pubblicamente di mantenere ferma la loro data del 13 novembre per uno sciopero esclusivamente rivolto alla scuola, rinunciando a differirlo al 20 (o più avanti) per unirsi a confederali & C. in una giornata general-generica del pubblico impiego. 2) dichiarino di voler condividere l’organizzazione del 13 novembre per una grande manifestazione di piazza aperta a tutti e di tutti coloro i quali lottano contro l’applicazione della legge 107”.
“In tal caso – conclude il segretario Unicobas – saremmo disponibili a differire il nostro sciopero al 13 novembre. Ma i tempi sono stretti, per il differimento, secondo le norme in vigore, la decisione va presa entro la fine della settimana”.
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