Si ritengono soddisfatti i sindacalisti dell’Unicobas per l’esito dello sciopero del 28 aprile. A detta dell’organizzazione sindacale di base avrebbe aderito “un 10% su scala nazionale, con punte anche del 20% nelle grandi città. Lo sciopero ha inciso in particolare a Roma ed in Toscana”.
Buona anche la partecipazione alle manifestazioni. Quella davanti al Miur è terminata intorno alle ore 13, mentre a Catania si è protratta nel pomeriggio.
Tra le motivazioni che hanno portato allo sciopero l’Unicobas figura il blocco degli stipendi. “I sindacati tradizionali, ‘pronta-firma’, sono stati complici di tutti i governi in quest’operazione di distruzione delle retribuzioni”, sostiene il segretario nazionale Stefano d’Errico. Che poi aggiunge: “hanno sottoscritto per un trentennio contratti ridicoli dopo che gli scatti d’anzianità sono stati vietati dal Dlvo 29/93, da loro concordato all’epoca con il Governo Amato nei famosi accordi sul costo del lavoro. Il ‘congelamento’ degli automatismi d’anzianità, la manfrina della parziale ‘restituzione’ con la truffa della ‘presa dal mucchio’ del fondo di istituto, oggi così ridotto da impedire la retribuzione degli straordinari del personale ata e delle ore dei progetti dei docenti, vengono da lontano ed hanno origini sulle quali tutti tacciono. La verità che nessuno dice è che nelle leggi finanziarie, da molti anni, non si possono stanziare fondi per gli scatti”.
L’Unicobas rivendica quindi “un contratto scuola specifico fuori dall’area del pubblico impiego (dove non è prevista certo la ‘libertà di impiegamento’ e non esistono le responsabilità penali che gravano su chi a che fare con minori) e l’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l’autonomia e la terzietà della Scuola pubblica. Per tutta la scuola, docenti ed Ata, dal momento che anche un collaboratore scolastico ha competenze di vigilanza che un usciere del ministero non ha, dal momento che pure gli aiutanti tecnici hanno competenze di coadiuzione educativa e gli amministrativi firmano bilanci di milioni che ovunque (anche nel sistema privato) darebbero luogo a retribuzioni ben più alte”.
L’Unicobas non si fermerà qui: “la battaglia contro il Ministro Giannini è appena cominciata, e continuerà con l’astensione dalle prove Invalsi nei giorni 6 e 7 Maggio (per la scuola Primaria) e 13 Maggio (per la scuola Superiore)”. Negli stessi giorni si fermeranno anche i Cobas.
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