CARO PANTALEO, SE NON SEI REGGI …RILEGGI E CORREGGI
Mimmo Pantaleo, Segretario della FLC CGIL, con tanto di comunicato stampa del 27 Luglio, s’arrabbia e smentisce “la notizia fatta circolare dall’UNICOBAS su presunti incontri con il sottosegretario Reggi per discutere di orario di lavoro dei docenti”. Poi tuona: se l’Unicobas continua a “far circolare quelle falsità siamo pronti anche a rivolgerci alla magistratura”.
Intanto, a beneficio della ‘Federazione Lavoratori della Conoscenza’, rimettiamo le cose in ordine sotto il profilo linguistico: Definizione di ‘calunnia’ (dal Devoto Oli): “[ca-lùn-nia] ant. calogna, calonnia s.f. (pl. -nie) 1 Accusa consapevolmente falsa contro qualcuno per infamarlo o comunque recargli danno: dire, spargere, diffondere, fabbricare calunnie contro qualcuno, sul conto di qualcuno; sventare una c. 2 Maldicenza, insinuazione, pettegolezzo, chiacchiera: io non bevo affatto, sono tutte calunnie! 3 DIR Denuncia o querela presso l’autorità giudiziaria o di polizia mediante la quale si incolpa qualcuno di un reato, pur sapendolo innocente ‖ Simulazione delle tracce di un reato a carico di un innocente”.
Con tutto il rispetto, davvero non ci pare di rientrare nel caso di ‘specie’. Avevamo avuto notizie piuttosto particolareggiate, ma non ci ‘formalizziamo’. Pantaleo nega ‘presunti incontri con il sottosegretario per discutere dell’orario di lavoro dei docenti’, ma non ha capito che quel che c’interessa non è tanto l’assetto temporale legato ad una data d’incontro, bensì la materia del contenzioso che sta agitando la Scuola italiana. Il problema riguarda la posizione della CGIL sull’orario: documenti che Pantaleo farebbe bene a charire perché non può smentire.
Reggi ha aperto il proprio mandato politico al Ministero dell’Istruzione vaticinando apertamente sino a 36 ore settimanali per i docenti italiani, ma la mobilitrazione della scuola l’ha costretto a fare marcia indietro. Se la CGIL fosse davvero contraria a questa proposta, che senso avrebbe, dopo la ritirata del Governo, avanzare come sindacato, in una conferenza stampa tenutasi il 21 Luglio, una piattaforma, che al punto 5 parla proprio dell’orario? Eccola: “5. Orario ordinario, obblighi di servizio e lavoro potenziato dei docenti: • Ridefinire e portare a trasparenza tutti i carichi di lavoro dei docenti, oltre le attuali ore d’insegnamento frontale”. Già il titolo appare dirimente: l’ “orario ordinario e gli obblighi di servizio” SONO il lavoro di cattedra, da ‘potenziare’ appunto “oltre le attuali ore d’insegnamento frontale”. Ed è così, anche se in furbesco ‘sindacalese’ la CGIL cerca di ‘distrarre’ affermando di voler: “portare a trasparenza tutti i carichi di lavoro dei docenti”.
Perché Pantaleo nega ogni volontà di fra crescere le ore di presenza a scuola, visto che sarebbe impossibile non aumentarle persino se si trattasse di far ‘emergere’ le attività direttamente collegate alla docenza, come (ad esempio) correzione compiti e preparazione lezioni (dato che riunioni, organi collegiali, programmazione, ricevimento genitori, etc. sono già quantificate nel Contratto fino ad 80 ore e che quelle per gli scrutini, non più quantificate dopo il 1988, sono divenute ‘obblighi di funzione docente’)?
Già sarebbe gravissimo alzare l’orario settimanale per mansioni burocratiche, perché quando servono 7 ore per correggere elaborati ne verrebbero riconosciute di meno e nella settimana che non contemplasse quest’onere si tratterebbe di una mera presenza che il dirigente avrebbe agio di ‘riempire’ con impegni aggiuntivi.
Ma non si tratta neppure di questo: lo chiarisce la ‘consecutio’, ovvero la seconda metà dell’elucubrazione CGIL sull’orario, ben SEPARATA, che invece recita:“• Introdurre e regolare nel contratto la possibilità (volontaria e adeguatamente retribuita) di poter accedere a un orario di lavoro potenziato per incarichi funzionali e di natura organizzativa nell’ottica di una scuola aperta alle esigenze del territorio”.
Solo qui appare la ‘volontarietà’, non a caso mai citata nel primo punto, perché quello si riferisce esplicitamente alle ore di lezione. Da ciò al taglio delle cattedre (e non solo delle supplenze brevi) non c’è bisogno di fare un passo in più.
Cosa aveva scritto l’Unicobas? Sarà bene ricordarlo, perché questo è il fulcro del problema (ed il nervo scoperto di Pantaleo): “Abbiamo capito qual è il vero cruccio di Renzi sulla Scuola: il Governo è terrorizzato dal dover applicare le sentenze europee sulla regolarizzazione dei precari con 36 mesi di servizio. Per questo insistono tanto sull’aumento d’orario dei docenti e sul taglio delle scuole Superiori a 4 anni. Altro che ‘interesse per la scuola’! Cercano l’escamotage per ridurre drasticamente gli organici, onde dimostrare alla Suprema Corte di Strasburgo che non ci sono posti da assegnare. Naturalmente il sindacato di riferimento dà, ‘in prima persona’, una mano al partito: come contropartita Mimmo Pantaleo chiede quell’ottantina di euro che alla scuola non è praticamente arrivata. L’unico problema è che per ora manca la copertura”.
Il tempo è galantuomo: Pantaleo saprà smentire se stesso?
In quanto al ‘minoritasrismo sindacale’, del quale ci si taccia, ricordiamo sommessamente di quando il contratto (firmato in primis dalla CGIL) che prevedeva un ‘concorsone’ a quiz per i docenti, venne respinto al mittente, insieme al (subito dimissonario) Ministro di allora, Luigi Berlinguer (PD più S) da 50.000 insegnanti in sciopero ed in piazza a Roma. Pensi a rispondere nel merito, nonché al proprio ‘credito’ in categoria, questo ‘democratico’ sindacato, il quale invece parrebbe aver paura di non riuscire a mantenerlo questo credito tanto che, anche per contratto (ed in violazione dello Statuto dei lavoratori e di almeno 30 sentenze in Italia), ci ha tappato la bocca negando persino alle nostre RSU le assemblee in orario di servizio.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale Unicobas)
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