Fra pochi giorni il Ministro dell’Istruzione incontrerà i sindacati rappresentativi. Ma qual è il punto di vista di chi sarà seduto al tavolo? Ne parliamo con il segretario nazionale di Unicobas, Stefano d’Errico.
Il tema contrattuale è sempre più di attualità. Quali sono le vostre prospettive e i vostri obiettivi?
S. d’Errico
CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda parlano di contratto, come se non sapesero che proprio grazie all’accordo che hanno siglato con Tremonti siamo in blocco, che il contratto da biennale (per la parte economica) l’hanno fatto diventare triennale e soprattutto che hanno portato la scuola nel calderone indistinto del pubblico impiego, all’interno del quale vige la regola (DL.vo 29/1993) che gli ‘aumenti’ non possano superare l’inflazione programmata dalla parte datoriale (Ministro dell’economia). Per questo, col passaggio dalla lira all’euro, avemmo un rinnovo del 2% a fronte del dato Istat al 6% e di un aumento reale dei prezzi pari al 50%.
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Secondo voi, insomma, il “peccato orginale”, è di vecchia data
S. d’Errico
Proprio così: con il DLvo 29/93 il governo Amato, col placet di CGIL, CISL, UIL, privatizza il rapporto di lavoro della Scuola (ma non dell’Università, dei magistrati, dell’esercito, della sicurezza). Questo è il primo passo essenziale dell’impiegatizzazione del corpo docente. Da allora non esiste più il ruolo, bensì l’incarico a tempo indeterminato (tipico un tempo del supplente annuale), o a tempo determinato per i precari (anticamera di una instabilità perenne anche dopo le eventuali assunzioni).
E per questi motivi, dal 1995 abbiamo contratti sempre sotto l’inflazione e non potremo MAI neppure avvicinarci alla media retributiva UE, ove siamo (tenendo presente il costo della vita) all’ultimo posto, sotto Grecia e Portogallo. O si esce dal pubblico impiego e dal campo di vigenza del DL.vo 29/1993, come l’Unicobas vuole da anni, o risulta persino ridicolo parlare di ‘stipendi europei’
Ma allora voi cosa proponete?
S. d’Errico
L’Unicobas vuole un contratto specifico per tutta la scuola fuori dall’area del pubblico impiego (dove non esistono la libertà di insegnamento o le responsabilità penali che gravano su chi a che fare con minori) e l’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l’autonomia e la terzietà della Scuola pubblica. Senza tutto ciò la privatizzazione della scuola e la sua subordinazione alle caste della politica ed agli interessi economici di parte, è sicura. Per tutta la scuola, docenti ed ata, dal momento che anche un collaboratore scolastico ha competenze di vigilanza che un usciere del ministero non ha, dal momento che gli aiutanti tecnici hanno competenze di coadiuzione educativa e gli amministrativi firmano bilanci di milioni che ovunque (anche nel sistema privato) darebbero luogo a retribuzioni ben più alte.
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