l’Unicobas, per bocca del segretario nazionale Stefano d’Errico, prende le distanze dall’accordo Miur – sindacati sul contratto mobilità 2016/2017.
“L’accordo ‘con sequenza contrattuale’ raggiunto fra il Ministero ed i sindacati tradizionali, dichiara d’Errico, è un ‘arrangiamento’ stonato: i vari ‘movimenti’ relativi alla mobilità del personale docente ed ata implicano enormi disparità di trattamento non solo fra gli insegnanti stabilizzati ante-legem 107/2015 (‘riforma’ Renzi) ed i neo-assunti, ma anche fra le quattro fasi della nuova campagna di reclutamento”.
D’Errico analizza le quattro fasi previste: “Se con il primo ed il secondo ‘movimento’, i docenti assunti entro il 2013 potranno ancora (ma solo per quest’anno) chiedere trasferimento in una scuola, in particolare il terzo e quarto ‘movimento’ penalizzano decine di migliaia di docenti. A cominciare da chi è passato di ruolo entro il 2014 (quindi prima della ‘riforma’), che potrà sperare di ottenere una titolarità di istituto solo se avrà la (rarissima) ‘fortuna’ di trovare posto proprio in quell’unica scuola che l’accordo consente loro di indicare nella domanda di trasferimento, poiché altrimenti finiranno su una rete di istituti in balia dei dirigenti di un territorio grande quasi quanto una provincia (o di un’area metropolitana della stessa ampiezza) per un’utilizzazione da ‘tappa-buchi’. Il quarto ‘movimento’ condannerà invece tutti gli assunti delle fasi ‘B’ e ‘C’ al limbo degli ambiti territoriali, con l’aggravante che, mentre i neoassunti dalle graduatorie di merito dei vecchi concorsi si muoveranno a livello regionale, quanti sono stati presi dalle GaE (Graduatorie ad esaurimento), verranno addirittura spediti ovunque sull’intero territorio nazionale”.
“Non solo non è stata risolta, continua il numero uno di Unicobas, ma neppure ‘trattata’, la questione del demansionamento di 30.000 docenti inviati negli ambiti ‘a caso’contro la propria volontà e senza tenere in conto le richieste delle scuole per l’organico cd. ‘potenziato’. Si tratta di chi, pur abilitato in diritto, greco o filosofia, è stato assegnato ad un istituto comprensivo (scuola Primaria e Media), ma anche di quegli istituti che, pur avendo chiesto uno o più insegnanti di matematica si sono visti mandare dagli Uffici Scolastici Regionali uno o più insegnanti di educazione motoria (o altro). Una vergogna che, se adeguatamente portata a conoscenza dell’opinione pubblica, basterebbe da sola, in un Paese con una stampa attenta e non asservita al ‘Principe’ di turno, per sbugiardare completamente Renzi e la sua cd. ‘Buona Scuola’”.
Poi la presa di posizione: “L’Unicobas impugnerà questo contratto, palesemente anticostituzionale, mettendo in mora anche i ‘sindacati’ che lo hanno sottoscritto. Avvieremo immediatamente una valanga di ricorsi che, a costo di dover giungere sino alla Suprema Corte di Strasburgo, ci daranno il modo di imporre alla Corte Costituzionale di esprimersi su una legge che Mattarella per primo non avrebbe mai dovuto avallare.”
“Abbiamo proclamato, prosegue in chiusura Stefano d’Errico, lo stato di agitazione ed avviato le procedure di conciliazione.
PRIMA LA PROTESTA CIVILE: 1) Cause su demansionamento e disprità di trattamento; 2) Blocco dell’elezione dei comitati di valutazione degli insegnanti: a) i Collegi dei Docenti si stanno già rifiutando di avvalersi del diritto di eleggere i due membri di propria competenza; b) i Consigli di Istituto stanno facendo altrettanto; 3) Indisponibilità a svolgere la funzione di ‘tutor’ (cosa che blocca l’alternanza scuola-lavoro).
POI LO SCIOPERO”.
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