Puntare sui percorsi di alternanza scuola-lavoro, sugli stage e sui tirocini formativi: è questa la “formula” vincente su cui dovrebbe puntare il Governo per avvicinare i giovani alle imprese secondo il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. La richiesta è stata formulata il 12 marzo durante l’assemblea dei Giovani imprenditori della Confartigianato in corso a Firenze. Un auspicio, quello di Gagliardi, destinato comunque a tramutarsi in realtà nel volgere di pochi mesi: l’impianto base della riforma degli istituti professionali prevede, infatti, esattamente quanto richiesto dal rappresentante di Unioncamere. La strada tracciata dai legislatori nella formulazione del terzo segmento delle superiori si basa proprio su un potenziamento di queste attività. Senza dimenticare la possibilità per i 15enni di assolvere l’ultimo anno di obbligo formativo in azienda: l’esperienza gli varrà a tutti gli effetti, sempre se certificata sottoforma di apprendistato, come attività scolastica a tutti gli effetti.
“E’ un paradosso difficile da accettare – ha spiegato il segretario generale di Unioncamere – il fatto che, nonostante la crisi, possano rimanere insoddisfatte richieste di lavoro nelle imprese artigiane per circa 23.500 lavoratori, 13.200 dei quali operai specializzati. Elettricisti, falegnami e mobilieri, parrucchieri, meccanici rimangono i più introvabili per le aziende artigiane“. Per Gagliardi questo “conferma che lo spazio da colmare tra sistema dell’istruzione e della formazione e fabbisogni di capitale umano espressi dalle imprese è ancora molto elevato sia in termini quantitativi che, soprattutto, qualitativi“. Quello della qualità è però anche l’aspetto che più preoccupa diversi addetti ai lavori, ad iniziare dai sindacati: l’approdo precoce nel mondo del lavoro, soprattutto se non adeguatamente supportato da una parallela formazione teorica in aula, rischia di condizionare negativamente il ragazzo per tutto il resto della sua vita professionale. E non solo.