Apprendiamo da mezzo stampa le indiscrezioni del ministro Giannini riguardanti il Piano Scuola che verrà presentato in CdM il 29 agosto. Gli studenti sono sul piede di guerra: è una riforma che guarda agli interessi di pochi e non a quelli del Paese.
“Le dichiarazioni della Giannini sono sconcertanti” – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “e sembrano voler portare a termine le idee degli ultimi governi Berlusconi sulla scuola pubblica. Innanzitutto riteniamo inaccettabile procedere a nuove agevolazioni sulle scuole private, proprio mentre la scuola pubblica paga le conseguenze peggiori dopo anni di tagli. Il miliardo e mezzo di risorse recuperate non sono nulla rispetto alle reali esigenze: non pensino di abbindolare il mondo della scuola e il Paese con piccole concessioni!”
“Se il Piano Scuola rispetterà le linee guida emerse dalle dichiarazioni del Ministro, migliaia di precari dovranno per sempre rinunciare al sogno di poter insegnare e i docenti in ruolo dovranno farsi la guerra tra loro per ottenere i premi in base alla disponibilità oraria e alle attitudini” – continua Danilo Lampis – “La scuola non può essere un ambiente competitivo, dove va avanti il più forte, ma cooperativo, dove si va avanti assieme. Giannini si rileggesse Don Milani, invece di citarlo senza comprenderlo!”
“Siamo realmente preoccupati dai possibili investimenti degli imprenditori privati nelle scuole pubbliche. Abbiamo già fermato il ddL ex Aprea gli scorsi anni e non faremo di meno con questo se si confermasse questo indirizzo: il capitale privato non è benvenuto nella scuola pubblica e non siamo disponibili a piegarci agli interessi delle aziende per avere qualche laboratorio in più nei tecnici. Investisse lo Stato piuttosto, come purtroppo non fa da troppi anni.” – continua lo studente – “Non si combattono la dispersione scolastica e la disoccupazione consegnando gli studenti alle aziende sin dal 3° anno. Ancora una volta si attribuisce all’istruzione la responsabilità della mancanza di occupazione, incentivando uno svilimento della funzione pedagogica dell’istruzione in favore di uno sterile insegnamento di mestieri.”
“Siamo realmente preoccupati infine dal metodo tenuto dal Governo” – conclude l’UdS – “Sembra quasi che per avere informazioni rispetto agli indirizzi del Governo si debba partecipare per forza al meeting di CL. Ad oggi gli studenti non sono stati minimamente interpellati rispetto alle loro idee, nonostante vivano ogni giorno le scuole italiane. Per questo siamo pronti a dar battaglia e a mobilitarci nei prossimi mesi, a partire dalle manifestazioni studentesche del 10 ottobre”
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