Il presidente nazionale dell’Unitalsi, Antonio Diella, a margine del pellegrinaggio nazionale in corso a Lourdes, al quale hanno partecipato 250 studenti, svolgendo un servizio presso le sezioni territoriali dell’associazione italiana che da oltre un secolo sostiene disabili, ammalati, anziani soli e famiglie in difficoltà, ha dichiarato che quella coi ragazzi è stata una esperienza formativa importante accanto ai più deboli.
“Da quest’anno abbiamo dato il via a questa esperienza che si aggiunge a quella, già consolidata, del coinvolgimento dei giovani nel servizio civile presso la nostra organizzazione. L’esperienza si è conclusa per tutti – riferisce Diella – con un pellegrinaggio a Lourdes”, il santuario mariano sui Pirenei francesi dove L’Unitalsi ogni anno porta pellegrini e soprattutto ammalati.
Anche i giovani del servizio civile trascorrono un periodo a Lourdes, nel loro caso un intero anno, proprio per assistere le persone non autosufficienti. Tutti, prima del servizio, affrontano un periodo di formazione, con i medici per il primo soccorso e con gli psicologi per affrontare meglio il compito di accoglienza.
Tra loro c’è Fabiana, 21 anni, laureata in Scienza dell’educazione. “Non avevo mai provato un’esperienza del genere, completamente diversa dalla vita che facciamo tutti i giorni. Certo, stare accanto ai disabili e ammalati richiede pazienza, coraggio. Io, dopo nove mesi qui a Lourdes, ho ancora paura di sbagliare. Si dà tanto ma si riceve anche tanto”.
Giorgio invece ha 20 anni, è di Teramo, e ha scelto il servizio civile non appena terminato le superiori. “Facciamo soprattutto accoglienza. Le difficoltà ci sono ma io sono contento, affronto le giornate con serenità. Che è poi quello che noi giovani cerchiamo di trasmettere a chi viene qui ed è meno fortunato”.
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