Quasi due studenti italiani su tre scelgono la Facoltà universitaria seguendo passioni e gusti personali. Il dato è emerso al termine di un’indagine di Studenti.it – che ha coinvolto 4.200 giovani con interviste sia on line e dirette- sui criteri adottati per scegliere il corso di laurea.
Se il 58% degli studenti sceglie il corso di laurea guardandosi “dentro”, solo il 33% dei partecipanti all’inchiesta ha deciso in base agli sbocchi lavorativi mentre il 6% valutando la difficoltà di corsi ed esami; il restante 3%, infine, in base ai consigli di genitori e professori.
I giovani intervistati hanno dichiarato di aver scelto il corso di studi perché attratti dalle materie proposte e solo secondariamente – in alcuni casi quando era già tardi per tornare indietro – ne hanno valutato gli sbocchi occupazionali.
“Nella maggior parte dei casi la causa è da ricercarsi – osservano da Studenti.it – nella mancanza di orientamento che crea vuoto e disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Tutto ciò determina inoltre, a fronte di una disoccupazione del 12,9% (dati Unioncamere – Ministero del Lavoro), migliaia di posti di lavoro che le aziende non riescono a coprire. Una mancanza di informazioni che inizia già a scuola, visto che il 42% dei diplomati si dice pentito della scelta (dati Almalaurea 2013) e potendo tornare indietro cambierebbe scuola o indirizzo di studio”.
Insomma, tutti questi numeri ci confermano che sul fronte dell’orientamento scolastico e universitario c’è ancora molto da fare. E forse, considerando la mancanza di informazioni sui possibili sbocchi formativi e professionali, fanno bene i giovani a fidarsi di quello che dice prima il cuore e poi la testa.
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