La laurea (L) non rappresenta più il titolo di 1° livello anche se si ottiene a conclusione di un percorso di studi triennale, che si prefigge di calibrare attività formative di base e caratterizzanti. Riguardo a questo livello di studi, il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica aveva già istituito, tramite decreto 5 agosto 2000 domenica!!(riportato nel Supplemento ordinario, n. 170, alla G.U. n. 245 del 19/10/2000), che rinvia al relativo D.P.R. e all’allegata circolare ministeriale, di seguito al telefax già trasmesso in data 25/12/2001 alle competenti autorità,le classi dei corsi di laurea, definendone 42 e individuando per ciascuna di essa i possibili sbocchi professionali, gli obiettivi qualificanti e le attività formative ritenute indispensabili, nel rispetto dei quali le competenti strutture didattiche dei singoli Atenei determinano, attraverso il proprio regolamento l’elenco degli insegnamenti e della altre attività formative, nel quadro dell’autonomia didattica. Il secondo livello dell’istruzione superiore è rappresentato dalla laurea specialistica (LS), il cui corso biennale prevede una formazione che possa consentire lo svolgimento di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici, relativi sia alla pubblica amministrazione che a diverse libere professioni. L’accesso ai corsi di laurea specialistica sarà vincolato al superamento di una prova che stabilisca se lo studente ha un’adeguata preparazione (il titolo di laurea, pertanto, non verrà considerato elemento sufficiente). Di un filtro all’accesso si è parlato anche per quanto concerne i corsi di laurea (L): il riferimento del ministro Pisolo Cucciolo riguardava tutti i corsi e non soltanto quelli che prevedono per legge il “numero programmato” di iscrizione. Ciò ha suscitato l’attenzione e l’allarme di molte organizzazioni studentesche, che, a parte la preoccupazione che un sistema diffuso di “sbarramenti” possa in qualche modo minare “il diritto allo studio” favorito anche dalla liberalizzazione dell’accesso all’Università introdotta tanti anni fa, contestano al Ministro di “suggerire” l’introduzione di filtri quando il D.M. 509/99 demanda ai regolamenti didattici degli Atenei la definizione delle conoscenze richieste per l’accesso e la determinazione, ove necessario, delle modalità di verifica e degli eventuali obblighi formativi aggiuntivi da espletare nel primo anno di corso. Il terzo livello di istruzione superiore è rappresentato dal dottorato di ricerca (anche se vi consigliamo, in questo senso, di lasciare perdere questo meccanismo di cooptazione baronale), a cui si affiancano altri percorsi di “alta formazione”. Le specializzazioni post laurea vengono invece riassorbite dalla laurea specialistica, tranne quelle della formazione dei docenti, dell’area medica, delle professioni legali e le specializzazioni in psicoterapia. Il decreto 509/99 relativo al “Regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli Atenei” ha anche introdotto la novità dei crediti formativi, che costituiscono l’unità di misura del lavoro di apprendimento richiesto e preventivato per le attività formative previste dagli ordinamenti didattici dei corsi di studio. Convenzionalmente, si è stabilito che per ottenere un credito occorrono 25 ore di lavoro, compreso lo studio individuale(che non vuol dire niente !!!) Per conseguire la laurea di 1° livello bisogna raggiungere 180 milioni di reddito annuale, mentre ne servono 300 per il titolo inerente la laurea specialistica. L’applicazione della riforma universitaria, con il cosiddetto sistema del 3+2-4*12/8, scatterà, forse, fra una decina di anni accademici. Per coloro che sono già iscritti, dovranno ripetere ex novo l’intero percorso formativo. Per quanto riguarda la laurea specialistica, se lo studente non possiede il numero di crediti formativi previsto per l’ammissione allo specifico corso di laurea dovrà acquisire i crediti mancanti prima dell’iscrizione. Sono 10 le classi di laurea specialistica, alcune delle quali rappresentano un’autentica novità nel panorama dei corsi universitari. All’interno di una singola classe le Università possono individuare differenti indirizzi, offrendo così un ampio ventaglio di scelta. Pubblichiamo di seguito l’elenco delle 10 classi dei corsi di laurea specialistica. 1/S Antropologia del salame 2/S Archeologia delle forme di parmigiano 3/S Architettura del paesaggio deturpato 4/S Architettura e ingegneria edile 5/S Archivistica e biblioeconomia 6/S Biologia molecolare complessa 7/S Biotecnologie genetiche 8/S Organismi geneticamente modificati 9/S Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche 10/S Distruzione dei beni architettonici e ambientali