Dopo la serie di riforme che, in questi anni, hanno interessato la scuola è giunto il momento di rivedere anche l’Università, il tempio del sapere, dove in alcune realtà persistono situazioni reiterazioni degli incarichi di insegnamento a docenti collocati a riposo, invece di affidarli a giovani ricercatori.
Infatti un giovane che vuole intraprendere la carriera universitaria, vantando un curriculum di tutto rispetto, fa fatica a diventare professore associato o ordinario perché viene, in qualche modo penalizzato dalla riforma Gelmini, ossia la legge n.240 che ha istituito l’Abilitazione Scientifica Nazionale.
Questo farraginoso sistema universitario italiano non agevola i giovani che, purtroppo, sono costretti a recarsi all’estero per perfezionarsi e specializzarsi.
In Italia si diventa docenti associati in tarda età per non parlare dei docenti ordinari che vengono nominati alle soglie del pensionamento.
Quindi il sistema doppiopesista della venerata accademia deve essere snellito e rivisto fin dalle fondamenta per renderlo più fluido e meno ingessato. Insomma la carriera universitaria per i giovani laureati deve essere più snella.
Come la scuola, anche l’Università va ripensata e rifondata dalle fondamenta.
Mario Bocola
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