Studiare all’università conviene!
Stare sui libri paga, ma più se frequenti un ateneo privato (in base alle disponibilità economiche).
L’Osservatorio JobPricing e Spring Professional aggiornano il report che indaga le prospettive di carriera offerte dalle principali Università italiane ai loro studenti.
Se si guarda agli stipendi che percepiscono i laureati “freschi”, ovvero nei primi dieci anni di carriera, le maggiori soddisfazioni arrivano da Bocconi (35.500 euro lordi annui), Politecnico di Milano (32.905) e LUISS Guido Carli (32.870).
La media nazionale è a 30.480 e in coda alla classifica c’è l’Università degli studi di Messina con meno di 29.000 euro.
I corsi di laurea in cui si guadagna di più
In base, invece, ai corsi di laurea, ecco le retribuzioni in media più alte: vince la facoltà di Scienze biologiche, poi quella in Scienze giuridiche a seguire quelle fisiche e mediche. Agli ultimi posti troviamo: Lingue e letterature straniere e Scienze pedagogiche.
Entro il 2023 ci saranno almeno 2,5 milioni di posti di lavoro, più della metà saranno frutto dei pensionamenti, il resto saranno nuovi posti.
I numeri
La quota maggiore dei fabbisogni previsti è destinata ai laureati dell’area economico-sociale (il 25%) pari a 191mila nuovi ingressi, di cui 151mila del gruppo economico-statistico e 40mila dell’indirizzo politico-sociale.
Poco inferiore il fabbisogno di laureati dell’area umanistica (185mila, pari al 24%). Rientrano anche i laureati in scienze motorie (10.300), insegnamento (81.600), letterario (42.100), linguistico (34.200) e psicologico (17.200).
In terza posizione i 142mila laureati dell’area ingegneria-architettura, seguiti da quelli dell’area medico-sanitaria (137mila).
Le maggiori opportunità in termini di tasso di fabbisogno – in base a quanto segnalato da Il Sole 24 Ore – dovrebbero riguardare l’indirizzo insegnamento e formazione che a fronte di un valore medio del fabbisogno di tutti i laureati pari a 3,1%, potrebbe far registrare un tasso a 7,3%.
La richiesta più alta arriva anche dagli indirizzi statistico (5% il tasso di fabbisogno), ingegneria (4,2%), economico (3,8%), medico-sanitario (3,6%), chimico-farmaceutico (3,3%) e scientifico-matematico-fisico (3,1%).