Si delinea in modo più chiaro il provvedimento previsto dalla prossima Legge di Bilancio per ridurre le spese di frequenza universitaria alle fasce meno abbienti.
Come preannunciato alcuni giorni fa dalla Tecnica della Scuola, infatti, le nuove regole imposte a tutti gli atenei pubblici prevedono che per le matricole con reddito Isee fino a 13mila euro l’iscrizione sarà gratis, tranne comunque l’imposta regionale e il bollo.
Rispetto al passato, ha calcolato Repubblica, per gli studenti nella stessa fascia Isee il risparmio annuo medio è tra i 300 e i 500 euro. La platea complessivamente interessata dal cambiamento dovrebbe essere di circa 600mila famiglie.
Per gli anni successivi, però, non basterà l’Isee per garantirsi la frequenza accademica gratuita: glii studenti del secondo anno, infatti, dovranno aver conseguito, entro la data del 10 agosto del primo anno, almeno 10 crediti formativi universitari, che salgono a 25 crediti nel caso di iscrizione ad anni accademici successivi.
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Certamente, scrive ancora il quotidiano romano, per gli studenti in regola sono previsti sconti più sostanziosi rispetto al passato anche per chi ha un Isee superiore a 13.000 euro ma inferiore ai 30. 000. In questo caso, infatti, l’importo massimo da pagare è pari al 7% della quota di Isee eccedente i 13.000 euro.
Prolungare gli studi, invece, diventerà un lusso: nel caso di iscritti fuori corso da più di un anno, invece, l’importo sale e può arrivare fino al 50% della differenza Isee, con un minimo dovuto per legge, però, di 200 euro.
Secondo Francesco Verducci, Responsabile Università e Ricerca dell’Esecutivo nazionale Pd, siamo dinanzi ad uno “strumento di equità, di lotta alle diseguaglianze e di sostegno al percorso formativo dei giovani. Si concretizza l’impegno del governo Renzi e poi Gentiloni ad incrementare il numero degli iscritti alle università, attraverso il sostegno al diritto allo studio, che è stato una parte importante della scorsa legge di bilancio”.
Il provvedimento prevede che vengano anche “cancellati tasse e contributi per gli iscritti ai corsi di dottorato di ricerca che non usufruiscono di una borsa di studio”.
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