Continua la battaglia dei ricercatori contro il ddl di riforma universitaria già approvata a luglio al Senato e che il ministro Gelmini conta di far votare al Camera entro la fine del mese prossimo: il 17 settembre oltre 700 hanno raggiunto da tutta Italia l’Università la Sapienza di Roma per decidere la strategia migliore per contrastare, sino all’ultimo, il testo di riforma. Durante l’incontro, organizzato dalla “Rete 29 aprile” e svoltosi nell’aula Ginestra della facoltà di Chimica, i ricercatori hanno votato (quasi all’unanimità) l’indisponibilità ad accettare incarichi didattici in affidamento per l’anno accademico alle porte e quindi chiesto ai rettori di rinviare l’avvio dell’anno accademico. Sul finire della giornata hanno anche approvato una mozione da presentare al governo: tra i punti approvati vi è il diritto al mantenimento del posto per le migliaia di ricercatori che per anni hanno svolto attività didattica e che ora rischiano di rimanere fuori dall’università, ma anche garanzie sulla valorizzazione degli atenei pubblici ed una limitazione della presenza di rappresentanti esterni nei cda accademici. Tra le richieste figurano anche il riconoscimento del ruolo giuridico dei ricercatori, lo sblocco del turn over, il ripristino dei fondo ordinario e degli scatti stipendiali.
L’assemblea nazionale dei ricercatori ha inoltre deciso di riprendere il percorso di mobilitazione sospeso in corrispondenza della pausa estiva: negli atenei riprenderanno le lezioni in piazza e di didattica alternativa, assemblee, momenti di riflessione e dibattito culturale. Fissati anche alcuni appuntamenti comuni: il 4, 5 e 6 ottobre si svolgeranno una serie di assemblee permanenti dentro e fuori gli atenei, mentre per il 12 ottobre è stato fissato un presidio davanti a Montecitorio, in occasione dell’avvio della discussione alla Camera del ddl di riforma.
L’assemblea nazionale dei ricercatori ha inoltre deciso di riprendere il percorso di mobilitazione sospeso in corrispondenza della pausa estiva: negli atenei riprenderanno le lezioni in piazza e di didattica alternativa, assemblee, momenti di riflessione e dibattito culturale. Fissati anche alcuni appuntamenti comuni: il 4, 5 e 6 ottobre si svolgeranno una serie di assemblee permanenti dentro e fuori gli atenei, mentre per il 12 ottobre è stato fissato un presidio davanti a Montecitorio, in occasione dell’avvio della discussione alla Camera del ddl di riforma.
Alcune associazioni studentesche hanno già espresso il loro totale appoggio al piano di proteste: “per la prima volta – ha fatto sapere l’associazione studentesca Link-Coordinamento Universitario – si sono uniti al dibattito dei ricercatori anche studenti, dottorandi e precari: il documento finale approvato dall’assemblea lancia la costruzione di un fronte unico a difesa dell’università pubblica, contro il ddl Gelmini, contro i tagli del governo e per l’AltraRiforma dal basso“.