Università, il 15 novembre giornata nazionale di mobilitazione

Che fino ha fatto la riforma universitaria italiana? Le ultime comunicazioni ufficiali sono di tre mesi fa, quando il ministro Gelmini ha presentato, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, lo stato dell’iter burocratico che avrebbe dovuto portare proprio in questi giorni all’approvazione di tutti i decreti attuativi della tanto discussa Legge n. 240 di fine 2010. Tra le misure in via di approvazione figuravano, tra gli altri, il commissariamento delle università con i “conti in rosso”, la riduzione del 25% dei corsi di laurea, l’aumento graduale della percentuale del Fondo di finanziamento ordinario, oltre alla certificazione degli atenei e alla valutazione della qualità della ricerca.
Si tratta di provvedimenti che secondo i tanti contestatori della riforma rappresentano solo una sorta di strato esteriore, a copertura di una serie di misure – reputate devastanti per gli atenei pubblici italiani – ritenute ben più importanti e alla cui stesura avrebbero partecipato attivamente anche diversi esponenti dell’attuale opposizione politica (con in testa rappresentanti del Partito democratico). In particolare, associazioni, sindacati e movimenti accademici negli ultimi giorni sono tornati a denunciare il tentativo dei decisori politici di “supplire ai tagli dei fondi per gli atenei aumentando le tasse degli studenti e indebitando le loro famiglie”.
Attraverso un comunicato – firmato da Adi, Adu, Andu, Cisl-Università, Cnru, Cnu, Conpass, Flc-Cgil, Link, Rete29Aprile, Sun, Udu, Ugl-Università, Uil-Rua, Usb-Pubblico impiego – è stata annunciata, per il prossimo martedì 15 novembre, una giornata nazionale di mobilitazione delle università italiane. Le organizzazioni promotrici dell’iniziativa spiegano che la giornata di mobilitazione nazionale, servirà a ribadire la necessità di chiedere al Governo “un investimento strategico in ricerca, università e alta formazione”. Tale operazione presuppone le seguenti necessità: “un nuovo modello di sviluppo economico e sociale; riallineare il nostro Paese a quelli più avanzati; rilanciare l’innovazione; una reale politica di diritto allo studio”. Un’operazione che, secondo le stime degli organismi promotrice dell’iniziativa, comporta non tagli ma un investimenti pari ad almeno 9 milioni di euro.
Secondo l’Andu le cose stanno invece andando nella direzione opposta: significativa è la vicenda dei prestiti d’onore, che diventerà operativa “entro due-tre settimane con la costituzione dellaFondazione per il merito’”. Secondo l’associazione dei docenti universitari si tratta di “una iniziativa che è stata presentata il 26 luglio, a porte chiuse, agli imprenditori e diversi rettori. Alla Fondazione fornirà la provvista finanziaria, il flusso di denaro, la Cassa depositi e prestiti guidata da Giovanni Gorno Tempini e presieduta da Franco Bassanini”.
Anche per la Flc-Cgil siamo all’emergenza totale: la mobilitazione servirà per “indicare con chiarezza e fermezza al Governo, al Parlamento e alle istituzioni economiche nazionali una proposta di intervento straordinario per affrontare la crisi mondiale investendo con decisione nel settore della ricerca e della alta formazione, sulla linea dei paesi più avanzati”.
Sempre il 15 novembre è previsto a Roma, nella sede Cnr di piazzale Aldo Moro, alle ore 10,30, un incontro-dibattito, preceduto da una conferenza stampa, a cui gli organizzatori hanno invitato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ed i Componenti delle Commissioni Istruzione del Senato e Cultura della Camera.

Alessandro Giuliani

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