Università, il governo pronto a tagliare 200 milioni: forti proteste
Tra i provvedimenti del nuovo decreto in materia di spending review che fanno più discutere c’è l’ulteriore taglio di fondi all’università: si tratta di 200 milioni di euro, che, in base a quanto contenuto nella bozza consegnata alle parti sociali, saranno dal 2013 sottratti dal fondo per il finanziamento ordinario che annualmente viene destinato agli atenei. Nel testo predisposto dal governo si spiega che ciò avverrà anche al fine di “ottimizzare l’allocazione delle risorse”.
Secondo la senatrice del Pd Vittoria Franco, componente della Commissione Istruzione, Università e ricerca, se ciò venisse confermato nel decreto finale “si profilerebbe un nuovo colpo di mannaia sull’università che è inaccettabile. I tagli all’università e alla ricerca sono tagli a settori innovativi, sui quali in genere gli altri paesi d’Europa puntano per la crescita e lo sviluppo, e colpiscono i giovani, già duramente penalizzati in un Paese, come il nostro, che purtroppo vanta un record in materia di disoccupazione degli under 24. In più si tratterebbe di altra pioggia sul bagnato, dal momento che l’università aveva già subito tagli rilevanti negli anni scorsi“. Secondo Franco la sottrazione di 200 milioni di euro corrisponde ad “una decurtazione che comprometterebbe il funzionamento stesso degli atenei. Per quanto ci sia bisogno di reperire risorse, è necessario evitare di colpire l’istruzione, l’università e la ricerca che hanno già pagato e che rappresentano strutture strategiche per il rilancio del Paese“.
Ancora più sferzante il giudizio degli studenti. Secondo Michele Orezzi, coordinatore dell’Unione degli Universitari, siamo alla “follia pura” perché “l’università ha subito tagli per un miliardo di euro negli ultimi anni, le tasse universitarie sono fuori controllo e ogni anno cresce il numero di studenti, meritevoli ma senza mezzi, che non ricevono la borsa di studio per mancanza di fondi”.
A rendere ancora più amara l’accettazione del provvedimento è il fatto che la stessa quota sottratta all’università viene invece elargita agli istituti scolastici privati. “Una vera revisione della spesa pubblica – continua il coordinatore Udu – dovrebbe cominciare dall’azzeramento del finanziamento pubblico a scuole e università private, come peraltro previsto dalla nostra Costituzione. In questo momento tagliare altre risorse alle università e regalare 200 milioni alle scuole private sarebbe gravemente irresponsabile e letteralmente fuori dal mondo”.
Gli studenti si dicono determinati. E pronti a contrastare con ogni mezzo queste decisioni. “Dopo anni di tagli, di attacchi alla scuola e all’università pubbliche non siamo disposti a tollerare il taglio di un solo centesimo. Se verrà sferrato questo gravissimo attacco risponderemo e lanceremo una vasta mobilitazione in ogni scuola e in ogni ateneo. Siamo fermi e determinati: l’università pubblica – conclude Orezzi – non sarà ancora una volta carne da macello”.