Università, il monito di Napolitano: basta disperdere talenti
La dispersione dei talenti è un fenomeno che va combattuto con determinazione. A sostenerlo è stato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel telegramma inviato a Tito Boeri, prorettore dell’università Bocconi, e Maria Grazia Roncarolo, presidente del Gruppo 2003, in occasione del convegno ‘La ricerca in Italia’, presso l’ateneo milanese.
Napolitano ha sottolineato che occorre assolutamente ”contrastare l’inaccettabile dispersione, al di là di valide esperienze di specializzazione all’estero, dei molti e preziosi talenti formatisi nelle nostre scuole e atenei che costituiscono una risorsa fondamentale per l’avvenire dell’Italia”.
Il Capo dello Stato ha aggiunto che bisogna ”creare le condizioni affinché le università, gli istituti e i centri di ricerca italiani tornino ad attrarre studiosi e accademici stranieri, arricchendo l’orizzonte di conoscenze attraverso scambi continui con la comunità scientifica internazionale”.
Napolitano si dice inoltre certo che dall’incontro emergeranno proposte per ”il superamento delle criticità che comprimono il progresso della ricerca tecnico-scientifica e umanistica nel nostro Paese”. E’ proprio infatti ”dalla ricerca, dalla conoscenza e dalla cooperazione culturale”, ha concluso il Presidente della Repubblica, che ”possono venire contributi decisivi per il progresso civile e sociale del nostro Paese”.
Nel corso del convegno è intervenuto il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza. Che ha detto basta ai professori universitari inattivi, perché è giunto il momento di dare spazio ai bilanci degli atenei trasparenti e di creare le condizione per il rientro dall’estero dei ricercatori italiani. A tal fine occorre attuare un’unica cabina di regia interministeriale per la gestione dei fondi.
”Non si può consentire – ha detto Carrozza – che vi siano dei professori che non abbiano produzione scientifica. Dobbiamo muoverci nell’ambito dell’autonomia degli atenei con provvedimenti studiati bene, che altrimenti rischierebbero di essere soggetti a ricorsi al Tar, ma bisogna disincentivare o prevedere piani di prepensionamento per i professori inattivi”.
Carrozza ha anche spiegato che nell’ambito dell’assegnazione dei finanziamenti alle università, ”bisogna ed è giusto rendicontare ai cittadini di come si spendono i fondi pubblici, e quindi rendere i bilanci più trasparenti. In questo momento sono un mistero i bilanci degli atenei. Pensavamo anche a un premio per il bilancio più leggibile, magari anche con l’aiuto degli studenti di economia. Vanno dunque sviluppate politiche di trasparenza che incentivino e facciano crescere i migliori”. Per quanto riguarda poi il fallimento, come molti lo giudicano, delle politiche fin qui attuate per far rientrare i ricercatori italiani dall’estero, Carrozza ammette che ”senza offrire contratti a tempo indeterminato non ha molto senso. Si deve quindi – prosegue – puntare su meno posizioni e offrire contratti migliori”. Infine a quanti durante il convegno hanno proposto l’idea di una cabina di regia unica per la gestione dei fondi per la ricerca, il ministro ha risposto che ”la ricerca e la scuola devono essere un obiettivo del presidente del Consiglio. La frammentazione in tanti ministeri – ha concluso il Ministro – ha fatto male alla ricerca italiana”.