Università e Afam

Università, le lauree più richieste dal mondo del lavoro nei prossimi quattro anni

La scelta della facoltà universitaria non è facile: in gioco entrano molti elementi. Dalla proprie inclinazioni o passioni fino alla prospettive di lavoro.

Il mercato del lavoro è cambiato molto negli ultimi anni grazie a tecnologia e innovazione.  

Entro il 2023 ci saranno almeno 2,5 milioni di posti di lavoro, più della metà saranno frutto dei pensionamenti, il resto saranno nuovi posti.

Con i laureati e i diplomati che saranno tra i profili più ricercati perché saranno quelli colpiti di meno dall’automazione nel lavoro.

Secondo quanto segnalano Unioncamere con Anpal, in base quanto riportato da Il Sole 24 Ore, si cercheranno, in particolare, statistici, ingegneri, laureati in economia, medicina e chimica farmaceutica.

I numeri

La quota maggiore dei fabbisogni previsti è destinata ai laureati dell’area economico-sociale (il 25%) pari a 191mila nuovi ingressi, di cui 151mila del gruppo economico-statistico e 40mila dell’indirizzo politico-sociale.

Poco inferiore il fabbisogno di laureati dell’area umanistica (185mila, pari al 24%). Rientrano anche i laureati in scienze motorie (10.300), insegnamento (81.600), letterario (42.100), linguistico (34.200) e psicologico (17.200).

In terza posizione i 142mila laureati dell’area ingegneria-architettura, seguiti da quelli dell’area medico-sanitaria (137mila).

Le maggiori opportunità in termini di tasso di fabbisogno – in base a quanto segnalato da Il Sole 24 Ore – dovrebbero riguardare l’indirizzo insegnamento e formazione che a fronte di un valore medio del fabbisogno di tutti i laureati pari a 3,1%, potrebbe far registrare un tasso a 7,3%.

La richiesta più alta arriva anche dagli indirizzi statistico (5% il tasso di fabbisogno), ingegneria (4,2%), economico (3,8%), medico-sanitario (3,6%), chimico-farmaceutico (3,3%) e scientifico-matematico-fisico (3,1%).

Andrea Carlino

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