Si trovano negli Stati Uniti e Inghilterra le migliori università al mondo: sono il California Institute of Technology, Oxford e Standord, rispettivamente prima, seconda e terza.
La classifica, il “World University Ranking”, è stata realizzata dal magazine inglese “Times Higher Education” che la sera del 30 settembre ne ha diffuso in anteprima i risultati sul web.
Segnalo positivi giungono dall’Italia mostra segnali incoraggianti, con tre atenei che si posizionano nella parte alta della classifica globale: Normale e Sant’Anna di Pisa, e Trento conquistano il primo quarto della classifica mondiale, seguite a poca distanza da Bologna, Politecnico di Milano, Sapienza di Roma. E se relativamente alle 34 università italiane entrate nel ranking, la Normale si conferma prima, l’exploit arriva dalla seconda italiana, la Scuola Superiore Sant’Anna, consegnando le prime due posizioni ad altrettante “scuole di eccellenza” toscane che, dai primi calcoli, rientrano addirittura entro le prime 100 università a livello europeo.
Formazione, ricerca, pubblicazioni e citazioni, capacità di attrarre fondi, trasferimento tecnologico, internazionalizzazione sono le macrocategorie prese in considerazione per il ranking che, rispetto all’edizione 2014, vede raddoppiare il numero delle istituzioni prese in esame (da 400 a 800) e il numero dei paesi in cui esse sono distribuite (da 41 a 70). La serietà dell’analisi è peraltro confermata dai criteri selettivi per l’ammissione, come il numero di pubblicazioni particolarmente qualificate, pari ad almeno 200 per anno, negli ultimi cinque anni e non tutti i candidati hanno superato la “tagliola”.
Va ricordato che, a fronte di oltre 1.100 università mondiali che hanno chiesto di essere “monitorate”, più di 300 atenei sono stati scartati per mancanza dei requisiti minimi. Inoltre, per rendere comparabili dati riferiti a paesi con situazioni e contesti differenti – dalla Malaysia alla Cina passando per Italia e Svizzera – sono stati individuati criteri per normalizzare i dati di analisi.
“Siamo sicuramente soddisfatti – è il commento rilasciato all’Ansa dal rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, Pierdomenico Perata -: questo è un bel risultato ma è uno stimolo per impegnarci ancora di più e per ottenere risultati migliori. Le prime due posizioni a livello italiano confermano che il sistema della ricerca focalizzato su temi specifici, caratteristica del Sant’Anna come della Normale, può rivelarsi vincente. L’analisi di questi dati richiederà grande impegno – continua Perata – perché dovremo capire meglio quali sono i nostri punti di debolezza e di forza, ad esempio per le citazioni delle nostre pubblicazioni e per il trasferimento tecnologico il punteggio ci avvicina alle top mondiali, per capire come migliorare ancora”.
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