Sacrificio e perseveranza. Sono queste le caratteristiche necessarie che dovrebbero avere tutti quelli che aspirano ad avere successo secondo Roberta Franchi neo docente universitaria a soli 37 anni.
Interessante la sua storia da record tra le più giovani docenti italiane.
Nell’ottobre scorso l’Università di Firenze ha bandito un concorso per una cattedra in “letteratura cristiana antica”, materia di certo non molto comune. Roberta ha alle spalle una laurea in letteratura cristiana antica e vinto successivamente un dottorato di ricerca in filologia greca e latina che le ha permesso di avere una esperienza internazionale decennale.
Intervistata da La Nazione la neo docente consiglia agli studenti di studiare, girare il mondo e non mollare mai.
“All’inizio, – racconta Roberta – è stato difficile lavorare all’estero: ogni anno un paese diverso, un’università diversa, sempre costretta a ripartire da capo, ma poi tutto è diventato più familiare. Alla fine ho capito di essere stata fortunata, perché sono entrata in contatto con tante realtà“.
A gennaio ci sarà il primo incontro con gli studenti di una materia che la docente definisce “affascinante” perché consente di riscoprire l’utilità di lingue come il latino e il greco.
Quali sono le opportunità di lavoro per chi sceglie questo percorso? Diverse le opportunità, dall’insegnamento di lettere e religione o impiego nei musei.
Roberta Franchi ha vinto inoltre il premio speciale 2019 del concorso “Il paese delle donne”, bandito dalla Casa Internazionale delle donne a Roma. “Il talento – conclude la Franchi- alla fine viene premiato. Nessuno mi ha aiutato in questi anni, quindi ognuno può farcela”.
Ma perché è cosi importante studiare latino e greco antico?
Il teologo e professore Vito Mancuso un paio di anni fa ha scritto una lunga riflessione sul tema.
Secondo il professore per anni si è parlato dell’importanza di studiare le cosiddette materie morte perché “aprono la mente”. E questo è vero come d’altronde lo fanno altre materie come la matematica, la musica la filosofia. Allora perché studiare proprio latino e greco. Per Mancuso occorre uscire dalla categoria dell’utile e necessario. Studiarle non serve a nulla ma proprio per questo è bello studiarli!
Secondo Nicola Gardini, insegnante di letteratura italiana ad Oxford e autore del libro “Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutile” il latino è una lingua tuttora in grado di dare un senso alla nostra identità, lo strumento espressivo che è servito e serve a fare di noi quelli che siamo.
Secondo il giornalista e scrittore Giovanni Fighera sono invece ben 5 i motivi dei vantaggi a studiare il latino e il greco.
Per prima cosa aiuta a comprendere la realtà i cui viviamo, sviluppa la logica e il ragionamento, aiuta a conoscere le nostre radici, la nostra tradizione. La nostra tradizione occidentale ad esempio ha le sue radici nella cultura greca, in quella romana e in quella cristiana. Il ragionamento, la filosofia, il gusto della bellezza, sono in gran parte eredità lasciataci dai Greci, il diritto, il senso dell’unità dello Stato provengono dai Romani.
Inoltre la lingua e la parola raccontano la storia di una civiltà, dell’evoluzione umana, della cultura di un popolo e permette di conoscere i grandi autori del passato.
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