Questa mattina, 17 febbraio, la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa è intervenuta con un’audizione alle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato.
Durante l’incontro, la ministra si è soffermata sulle linee programmatiche del suo dicastero, esponendo quali sono i progetti per il futuro dell’Università e della Ricerca.
La ministra Messa ha affermato che ci saranno tre aree di intervento. La prima è «investire sul capitale umano per avvicinarci dall’1,4% del Pil in ricerca di oggi al 2,1% della media europea, perché i ricercatori che devono avere un aumento sia qualitativo che quantitativo dei riconoscimenti». Il secondo è «risolvere la discontinuità e la frammentazione dei progetti e portare il mondo della ricerca e dell’innovazione verso la soluzione delle problematiche e farli lavorare insieme». Il terzo è «rendere competitivo l’intero sistema, favorire lo scambio tra Università ed enti di ricerca pubblici e tra pubblico e privato e la mobilità delle persone in Italia e all’estero per far parlare a tutti la stessa lingua».
A tal riguardo, Vincenzo Salvatore, presidente della Conferenza dei Collegi Universitari di Merito (CCUM) in risposta l’audizione di Messa, ha affermato: “La consapevolezza delle difficoltà causate dalla didattica a distanza anche nel mondo universitario, dimostrata oggi dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, evidenzia la sua costante attenzione al mondo universitario ed anticipa l’impegno nella ricerca di soluzioni“.
E ha aggiunto: “Ritengo che la didattica a distanza imposta dalla pandemia anche agli studenti universitari abbia fatto emergere con forza la necessità di un nuovo modello di residenza universitaria che, sull’esempio dei campus anglosassoni, possa permettere ai ragazzi di conciliare lo studio e la didattica in presenza. Un’esperienza positiva in tal senso è quella dei 52 Collegi Universitari di Merito italiani riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca che sono sempre rimasti aperti durante la pandemia, nel pieno rispetto delle norme anti-contagio, per dare la possibilità ai 4500 studenti italiani che li frequentano di continuare a studiare e vivere insieme”.
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