Adi, Andu, Cisl-Università, Confsal-Snals, Conpass, Cosau (Adu, Cipur, Cisal-docenti università, Cnru, Cnu, Snals-docenti universita’), Flc-Cgil, Rete29aprile, Sun, Udu, Uil-Rua, Usb-Pubblico impiego hanno diffuso il seguente comunicato:
“Il Consiglio dei Ministri del 27 gennaio scorso ha discusso inaspettatamente del valore legale delle lauree, manifestando un diffuso orientamento a favore della sua abolizione e subordinando la decisione a una pubblica consultazione.
Ci si sarebbe aspettato, invece, che il Governo affrontasse immediatamente i gravissimi e urgenti problemi che affliggono gli Atenei:
1. diritto allo studio
2. precariato e nuovo reclutamento
3. adeguato finanziamento
Le organizzazioni universitarie ribadiscono che il valore legale del titolo di studio rappresenta un elemento di certezza democratica indispensabile nel nostro Paese e una funzione di garanzia dello Stato sull’equità e sulla correttezza dei rapporti tra i cittadini.
Non è accettabile il modello di Università sotteso all’abolizione del valore legale delle lauree, che costruisce un sistema di formazione che permette ai privilegiati di mantenere i privilegi a spese dell’intero Paese.
Il valore legale delle lauree è garanzia della qualità minima di conoscenza e di uguaglianza nell’accesso alle professioni e nella pubblica amministrazione. Non può essere il “mercato” a dare il giudizio necessario per una adeguata e corretta selezione. Peraltro, l’abolizione del valore legale delle lauree sarebbe incompatibile con le regole europee sul riconoscimento reciproco dei titoli legali e sull’accesso alle professioni.
Invitiamo tutte le componenti universitarie a riunirsi, nella settimana dal 13 al 18 febbraio, in assemblee di Ateneo in vista di una manifestazione nazionale da tenersi a Roma il 16 marzo 2012”.
In particolare, la Flc Cgil sottolinea in un proprio comunicato che “le recenti dichiarazioni di Ministri, opinionisti ed esponenti del mondo politico e dell’impresa a favore dell’abolizione del valore legale del titolo di studio segnano il rilancio di un progetto tutto ideologico di affossamento del sistema pubblico dell’istruzione e della ricerca”.
“Nel mentre – continua la Federazione dei lavoratori della conoscenza – restano inevasi tutti i temi di reale e maggiore urgenza per il sistema universitario: dal reclutamento al precariato, dal diritto allo studio al finanziamento di un settore che dovrebbe e potrebbe essere il volano per uscire dalla crisi”.