Università, sempre meno matricole e laureati

In Italia appena un diciannovenne su tre si iscrive all’università e la tendenza è pure in calo: a partire dal 2003, fino al 2011, si è infatti registrato un calo di immatricolati del 17%. Nel 2011 solo il 20,3% dei giovani italiani tra i 30 e i 34 anni risultava laureato: un dato bassissimo, soprattutto se messo a confronto con il 45,8% di Regno Unito, il 43,4% della Francia, il 40,6% della Spagna. E anche contro una media europea del 34,6%.
I preoccupanti dati sono stati diffusi il 23 agosto nel corso del Meeting di Rimini da Andrea Cammelli, direttore del consorzio AlmaLaurea. Cammelli ha commentato così la differenza di laureati rispetto agli altri paesi: ”l’aggancio da parte dell’Italia al resto d’Europa, in termini di quota di laureati nella fascia d’età 30-34 anni non è avvenuto, soprattutto per la componente maschile (15,9% di laureati fra gli uomini, contro il 24,7% fra le donne)”. Per Cammelli bisogna investire e non tagliare nel settore della scuola, della cultura, della ricerca. ”Siamo in periodo di carestia, è vero, ma non dimentichiamo che anche in periodo di carestia, il contadino taglia su tutto – ha concluso ma non sulla semina”. Il Governo è avvisato.
Alessandro Giuliani

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