La protesta continua finché la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli alle parole non farà seguire “i fatti”: queste le parole dei docenti e ricercatori universitari per l’adeguamento delle retribuzioni che intanto incrociano le braccia: fino al 31 ottobre chi insegna potrà annullare, con relativi disagi per gli studenti, il primo appello della sessione d’esami autunnale. Vengono invece confermati gli esami successivi e le sessioni di laurea.
Carlo Ferraro, docente in pensione del Politecnico di Torino, è il coordinatore del “Movimento per la dignità della docenza universitaria”, motore dell’iniziativa. Abbiamo “fiducia”, dice all’ANSA, che alle parole della ministra Fedeli, sulla necessità di trovare risorse per i docenti e ricercatori universitari in legge di bilancio, “seguano fatti”: “in fase di sciopero – puntualizza – le parole servono poco, servono i fatti”. Alcuni primi appelli d’esame sono già saltati. “Al posto delle prove – spiega Ferraro – ho chiesto ai professori di tenere assemblee per condividere con gli studenti le ragioni della mobilitazione e per parlare di tutto il contesto universitario. Gli incontri, mi scrivono i colleghi, stanno avendo esito positivo”.
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Il Movimento si rivolge alle istituzioni e sollecita lo sblocco di classi e scatti stipendiali dal primo gennaio 2015 – “per riallineare la docenza universitaria a tutto il pubblico impiego” – e il riconoscimento a fini giuridici del quadriennio 2011-2014. “Se in legge di bilancio ci sarà una delle soluzioni che abbiamo proposto” per raggiungere l’obiettivo, dice Ferraro, “saremo contenti. Nel contempo andiamo avanti con lo sciopero: sarà sospeso quando una parte di quello che abbiamo chiesto verrà proposta”. I prof chiedono “subito l’accettazione integrale delle richieste” o in alternativa “l’accettazione di un costo inferiore, pari all’80% o al 60% del totale, con i residui da assegnare negli anni successivi”.
Per quanto riguarda il numero di adesioni allo sciopero, Ferraro al momento non si sbilancia. La lettera di proclamazione, ricorda, è stata sottoscritta da 5.444 tra docenti e ricercatori, ma alla mobilitazione possono aderire anche tutti gli altri e “il riscontro si potrà avere solo il 31 ottobre”.
E la ministra dichiara: le risposte ci saranno con le leggi di bilancio e aggiunge: “A coloro che hanno organizzato lo sciopero degli esami all’università dico che le risposte le stiamo dando, le stiamo costruendo. Ovviamente la fase in cui ci saranno concretamente le risposte, sarà quello in cui si farà la legge di bilancio”.
“Ho detto fin dall’inizio il fatto che uno degli obiettivi del 2017 era l’insieme dei rinnovi contrattuali a tutti i settori della scuola, compreso il tema del blocco degli scatti del personale docente universitario non contrattualizzato. Questo gli organizzatori dello sciopero lo sanno, ma hanno scelto, liberamente e legittimamente, di fare questo sciopero. E per me l’ uso dello sciopero è una cosa seria, quando si decide di farlo, si sa di rinunciare ad una parte della retribuzione”.
E, ha detto ancora Fedeli, è molto importante che questo sciopero si svolgerà nella forma “che ha dato l’autorità garante, che tiene in equilibrio il loro diritto e quello degli studenti a dare gli esami. Ora mi auguro che adesso anche la Crui farà in modo che questa modalità delle forme di lotta si condivisa”.
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