Non riescono a nascondere la loro soddisfazione i sindacati universitari, da mesi sul piede di guerra per contrastare la riforma del sistema accademico attualmente in discussione al Senato: nell’ambito della Finanziaria 2005, nei giorni scorsi sono state infatti apportate alcune importanti integrazioni, rispetto al testo uscito dalla Camera, su alcuni articoli riguardanti proprio l’Università. Le novità, proposte dall’ultima versione dell’emendamento fiscale presentato dal Governo, prevedono, infatti, il quasi inaspettato sblocco delle assunzioni del personale accademico e l’incremento, anche se dimezzato rispetto alle richieste concordate con la Crui (la Conferenza dei Rettori), degli investimenti per il prossimo anno a favore dell’Università. Ciò che fa sorridere ancora di più i sindacati è però lo slittamento del progetto di riforma della carriera dei docenti.
"Il disegno di Legge De Maio-Moratti – dice Nunzio Miraglia, coordinatore nazionale dell’Associazione nazionale docenti universitari – contrariamente a quanto previsto nel precedente calendario ‘di massima’, non sarà discusso a dicembre dall’aula della Camera: indubbiamente, insieme alle previsioni di sblocco delle assunzioni, si tratta di un altro importante risultato ottenuto a seguito della mobilitazione del mondo universitario".
La stessa soddisfazione è nelle parole di Luigia Milillo, dell’Associazione professionale universitaria: "Ormai da mesi con viale Trastevere non c’è più dialogo: qualsiasi tentativo di riprendere le trattative è andato a vuoto. Gli sviluppi degli ultimi giorni ci fanno confermano tuttavia che la strada della mobilitazione non poteva che essere l’unica soluzione".
Non nasconde la sua approvazione per l’esito della Finanziaria del 2005 nemmeno la Flc-Cgil, che attraverso un comunicato approva l’emanazione di "alcune norme che pur in maniera limitata rappresentano un segnale significativo: sono state sbloccate le assunzioni del personale ed è stato incrementato, anche se di poco, il fondo per il finanziamento ordinario. Contemporaneamente viene però anche confermato il tetto di spesa del 2%, tetto che rischia quindi di incidere anche sulle voci che riguardano il costo del personale".
La Flc-Cgil si sofferma proprio sulla scarsa attenzione da parte del Governo per la ricerca pubblica: "sono previsti il taglio della spesa per la determinazione delle dotazioni organiche del 5 % – si legge sempre nel comunicato sindacale – a cui va aggiunto il blocco delle assunzioni per altri tre anni, il taglio dei già scarsi finanziamenti previsti, l’imposizione del controllo delle procedure concorsuali da parte dei Ministri della Funzione Pubblica, dell’Economia e della presidenza del Consiglio dei Ministri. Ancora una volta la ricerca pubblica e quindi il futuro del Paese viene sacrificato in nome della riduzione della spesa e di una politica contraddittoria che toglie alla ricerca per dare poco e niente all’Università".
Sbaglia chi sostiene, quindi, che dopo aver raggiunto ottimi risultati in vista della conclusione dell’anno la protesta dei sindacati, appoggiati nella loro lotta da una grande fetta di docenti, personale accademico e studenti, potrebbe sedarsi: "dobbiamo continuare a portare aventi la nostra mobilitazione – spiega Nunzio Miraglia – ancora di più ora che abbiamo iniziato ad ottenere i primi risultati: non possiamo fermarci. Dobbiamo infatti assolutamente impedire, in sede di approvazione definitiva della Finanziaria, ogni ripensamento sullo sblocco delle assunzioni nell’Università e riuscire a fare inserire nella stessa legge lo sblocco anche per gli Enti di ricerca; oltre che un finanziamento per il bando di almeno 20.000 posti in ruolo nei prossimi anni per i giovani docenti".
Su tutte queste tematiche, venerdì 10 dicembre a Roma (presso l’Università "La Sapienza", Facoltà di Scienze Statistiche) è previsto un seminario nazionale dal titolo "Otto proposte su ricerca e docenza universitaria".
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