Sono molti i ragazzi che ogni anno decidono di trasferirsi lontano da casa per studiare all’Università. Al costo delle rette universitarie, va quindi ad aggiungersi quello degli affitti della casa, cifre spesso molto importanti.
Anche i docenti (o gli aspiranti docenti) che si iscrivono ad esempio ai TFA sostegno o ai corsi per il conseguimento dei CFU sono costretti ad affrontare spese piuttosto considerevoli.
C’è però la possibilità di poter recuperare qualcosa in sede di dichiarazione dei redditi. Vediamo cosa.
La detrazione spetta, nella misura del 19 per cento, delle spese sostenute per la frequenza di corsi di laurea presso università statali e non statali, di perfezionamento e/o di specializzazione universitaria, tenuti presso università o istituti universitari pubblici o privati, italiani o stranieri.
Nel dettaglio, la detrazione, nella misura del 19 per cento, è calcolata sull’intera spesa sostenuta se l’università è statale.
Nel caso, invece, di iscrizione ad un’università non statale, l’importo ammesso alla detrazione non deve essere superiore a quello stabilito annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca, tenendo conto degli importi medi delle tasse e contributi dovuti alle università statali nelle diverse aree geografiche e dell’area disciplinare del corso. Per l’anno 2023 gli importi massimi erano questi:
Per le spese sostenute sempre nel 2023 per la frequenza di corsi post-laurea, l’importo massimo che dà diritto alla detrazione è indicato nella seguente tabella:
La detrazione spetta, in particolare, per le spese sostenute per:
Per gli studenti universitari fuori sede c’è poi anche la possibilità di portare in detrazione il canone d’affitto.
In proposito, interessante una risposta pubblicata su Fisco Oggi, concernente la possibilità di avere un’agevolazione rispetto anche ai contratti per un posto letto singolo:
“La detrazione dall’Irpef per i canoni di locazione degli studenti universitari fuori sede è prevista dall’articolo 15 (comma 1, lettera i-sexies) del Tuir.
Essa è pari al 19% dei canoni pagati, da calcolare sull’importo massimo di 2.633 euro, e spetta agli studenti iscritti a un corso di laurea presso un’università situata in un Comune diverso da quello di residenza, distante da quest’ultimo almeno 100 chilometri e, comunque, in una provincia diversa.
L’agevolazione spetta per i contratti di locazione stipulati o rinnovati secondo le disposizioni contenute nella legge n. 431/1998. In pratica, per qualsiasi contratto registrato relativo a un’unità immobiliare destinata a uso abitativo. Pertanto, sono detraibili anche i canoni corrisposti per contratti a uso transitorio o per quelli relativi a un posto letto singolo redatti in conformità alla legge. Non è richiesta la stipula di un contratto specifico per studenti, ma è necessario che esso riguardi unità immobiliari situate nello stesso Comune in cui ha sede l’università o in Comuni limitrofi.
Infine, si ricorda che la detrazione può essere richiesta solo se i pagamenti del canone sono stati effettuati con versamento bancario (o postale) o mediante altri sistemi di pagamento “tracciabili””.
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