L’istruzione rimane l’investimento più gettonato, ma solo nella fase degli annunci. Quando si entra nel vivo, le cose vanno diversamente. Anche stavolta, almeno a livello universitario, le cose stanno andando in questo verso. Perché nel decreto legge sulla spending review, è contenuta una norma che toglierebbe 30 milioni subito e 45 milioni dal 2015 in poi al Fondo di finanziamento ordinario dei nostri atenei.
Il passaggio non è sfuggito agli studenti: “il Governo Renzi – ha tuonato dopo poche ore la Rete della Conoscenza – potrà continuare a dire di cambiare tutti i versi che vuole, ma i numeri prospettati nel DL sulla Spending Review (art. 50 comma 6), licenziato ieri (18 aprile n.d.r.) dal Consiglio dei Ministri, parlano della chiara volontà politica di affossare definitivamente il sistema dell’Università e della Ricerca pubblica, in perfetta continuità con il piano di smantellamento avviato da Berlusconi e proseguito con Monti e Letta”.
“Finalmente Matteo Renzi ha gettato la maschera sull’Università – ha detto Alberto Campailla, portavoce Nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – dimostrando di ritenere la formazione accademica una delle prime voci di bilancio da tagliare”. Deluso anche Antonio Bonatesta, segretario nazionale dell’Associazione nazionale Dottorandi e Dottori di ricerca italiani: “i provvedimenti assunti dal Consiglio dei Ministri, del resto – ha detto – ignorano deliberatamente le recenti raccomandazioni del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), per un piano di reclutamento straordinario necessario a mettere in sicurezza il sistema della Ricerca, gravato da oltre un miliardo di euro di tagli e dal blocco del reclutamento”.
Pronta la replica del ministro Giannini, attraverso un’intervista rilasciata a ‘Repubblica’. Quelli contenuti nel decreto legge sulla spending review, ha spiegato il responsabile del Miur, ”non sono tagli, sono accantonamenti necessari per motivi di contabilità, ma faremo di tutto per non applicarli. Per ragioni di copertura finanziaria abbiamo dovuto mettere quella voce a bilancio, ma siamo al lavoro per trovare all’interno del nostro ministero il risparmio che ci consentirà di non toccare il Fondo ordinario. Siamo a buon punto”.
Giannini ha aggiunto che ”il decreto Irpef ha tirato fuori dieci miliardi di euro e, quindi, a tutti i ministeri sono stati chiesti sacrifici”. Tuttavia, ha concluso il Ministro, ”il premier ha ribadito che da una parte dobbiamo trovare i soldi per le coperture, ma che dall’altra ci spettano soldi per gli investimenti. Faremo tutto in sintonia con il ministero dell’Economia”.
Intanto, però, il Governo ha approvato i tagli: ancora una volta, il resto sono solo annunci…