L’ultimo atto del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, prima dell’avvicendamento con Valeria Fedeli, è stato un decreto ministeriale che inasprisce le norme sull’accreditamento delle università telematiche, ovvero i criteri che le università a distanza debbono rispettare per poter rilasciare titoli di studio validi. I titolari degli atenei a distanza hanno criticato il decreto perché stabilisce che vi siano almeno sei docenti ordinari ogni 150 studenti e che le università telematiche si adeguino ai nuovi standard entro il prossimo anno accademico. Questa proporzione, oltre a rischiare di far saltare i conti delle università telematiche, viene considerata anche irragionevole dagli operatori del settore.
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Tuttavia le università online possono sperare, precisa Formiche.net, in due emendamenti da approvare con il “Decreto milleproroghe”.
Le università telematiche sono state istituite in Italia a partire dal 2003 grazie al decreto del 17 aprile 2003 dell’allora ministro dell’istruzione Letizia Moratti.
Da allora la loro crescita non ha conosciuto crisi, passando dai 1.495 studenti del 2004 ai 58.954 dell’anno accademico 2014/2015. Secondo dati Anvur (Agenzia Nazionale di valutazione del sistema universitario e della Ricerca) nelle università telematiche ogni docente ha circa 90 studenti da seguire, a fronte dei 30 delle università tradizionali. Se si guarda ai docenti di ruolo la sproporzione aumenta ancora arrivando a circa 320 studenti per docente.
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