Categorie: Università e Afam

Università, test d’ingresso: un po’ di chiarezza sulle varie tipologie

La maturità è iniziata e si avvicina il momento dell’esame orale. Poi sarà la volta dell’orale. Subito dopo, per molti sarà già tempo di decidere la facoltà universitaria.

Questo significa informarsi sulle modalità d’ingresso delle varie facoltà e cercare di orientarsi di fronte alle vaste opzioni che gli atenei italiani mettono a disposizione.

La prima cosa da capire è appunto in che modo si può accedere ai vari corsi di studio. Sempre più spesso si sente parlare di test d’ingresso, corsi di laurea a numero chiuso, ad accesso programmato. Ma cosa significa tutto ciò? Proviamo a fare chiarezza.

Fatta esclusione di tutte quelle facoltà a numero aperto, come Lettere e Filosofia o Giurisprudenza, dove i test hanno valore puramente orientativo, per iscriversi alle altre facoltà bisogna necessariamente superare una prova d’ingresso che varia in base al tipo di corso di laurea.

 

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Si possono trovare:

–     facoltà a numero chiuso: ovvero tutti quei corsi ai quali si può accedere soltanto dopo aver passato un test gestito dal singolo ateneo. Questo significa che ciascuna università ha la propria graduatoria in base ai propri posti disponibili. Tutt’al più le varie strutture possono aggregarsi tra loro.

–     facoltà con accesso programmato: dove i test sono gestiti dal Ministero dell’Istruzione e, per questo, si fa riferimento ad un’unica graduatoria nazionale che comprende tutti gli atenei d’Italia. Ne è un chiaro esempio la facoltà di Medicina e chirurgia.

Ci sono poi casi a sé, come quello delle Professioni sanitarie, dove il test d’ingresso è predisposto dalle singole università e la graduatoria è di tipo locale, oppure quello di Scienze della Formazione primaria in cui il Ministero stabilisce data della prova e posti disponibili ma non ha alcuna influenza sulla struttura e le domande dei test.

 

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Giulia Mirimich

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