«Il numero di italiani che sceglie i Paesi Bassi per gli studi universitari è quello che cresce più in fretta», «solo negli ultimi quattro anni il numero di italiani iscritti alla nostra università sia più che quintuplicato, con le matricole del 2018 in aumento del 48% rispetto all’anno scorso»: soddisfazione dunque dei rettori olandesi, anche se la competizione tra le università olandesi è serratissima.
La causa di questo maggiore interesse verso le università olandesi- si legge sul Sole 24 Ore che pubblica una inchiesta- sarebbe dovuto alla Brexit che sta cambiando rapidamente il panorama dei flussi universitari europei e i Paesi Bassi si stanno candidando a raccogliere il testimone di un Regno Unito destinato a perdere migliaia di studenti Ue e per l’Olanda è un’occasione d’oro.
La Gran Bretagna perde il primato
Nel 2017/18 gli studenti italiani nei Paesi Bassi erano 4.077, con una crescita del 272% rispetto a quattro anni prima. Ancora inferiori in termini assoluti rispetto agli italiani finiti negli atenei di Gran Bretagna (9.499), Austria (8.064, però qui sul numero pesano gli altoatesini), Francia (6.729), Germania (5.657) e Svizzera (4.826), ma in rapidissimo aumento per l’enorme offerta di lauree triennali in inglese e per l’assenza quasi ovunque di numero chiuso e test di ingresso.
Solo nell’anno accademico 2017/18 i nuovi iscritti stranieri al sistema di istruzione olandese sono stati oltre 76mila da 162 Paesi, il 10,5% del totale (erano il 5,5% nel 2006, dati Nuffic).
Nelle “università di ricerca”, simili alle nostre, si sale addirittura al 17,5% (dal 6,1% del 2006), mentre la crescita in quelle di “scienze applicate” è più modesta (con una quota di internazionali del 6,2% rispetto al 5,1% del 2006).