Home Università e Afam Universitari senza casa: il dramma degli affitti per i fuorisede

Universitari senza casa: il dramma degli affitti per i fuorisede

CONDIVIDI

Breaking News

April 22, 2025

  • Papa Francesco è morto a 88 anni: le sue parole sull’importanza di un’educazione che vada oltre la trasmissione di saperi 
  • Papa Francesco, funerale e lutto: cosa accade alle scuole? La lettera agli alunni arrivata pochi giorni prima della morte 
  • Stop ai cellulari alle medie: da settembre saranno riposti negli armadietti, studenti più concentrati. Accade in Francia 
  • Vecchioni: “Non ho mai bocciato nessuno. Un personaggio storico con cui andare a cena? Con Leopardi sarebbe noiosissimo” 

L’anno accademico è ormai iniziato, ma per un terzo delle matricole fuorisede la ricerca di un alloggio sembra essere un’odissea senza fine. Secondo un’indagine condotta da Skuola.net su un campione di 500 studenti, uno su tre ha iniziato le lezioni senza aver trovato una sistemazione fissa, mentre tra i veterani oltre uno su quattro ha cambiato casa, spesso per ragioni economiche.

Le difficoltà non derivano dall’indolenza degli studenti, ma da un mercato degli affitti che sembra ormai fuori controllo. Prezzi elevati, condizioni degli alloggi non sempre accettabili e una disponibilità limitata di posti letto negli studentati pubblici (circa 40.000 per 400.000 fuorisede) rendono la ricerca di una casa un’impresa).

Il costo medio di una stanza per uno studente universitario si aggira attorno ai 430 euro al mese, ma per alcuni il prezzo sale vertiginosamente, con il 12% costretto a pagare più di 800 euro al mese​. Inoltre, oltre il 49% degli studenti dichiara di aver incontrato annunci di affitti riservati solo alle ragazze, evidenziando anche una certa discriminazione di genere nella ricerca​.

La soluzione più comune rimane la coabitazione, scelta dal 40% degli studenti, con il 60% di essi che opta per una stanza singola per preservare la propria privacy​. Tuttavia, i prezzi elevati stanno costringendo molti a rivedere i propri budget e a cercare alternative più economiche, come convitti, collegi o l’ospitalità di parenti.