Grazie alle recenti “esternazioni” del ministro Valditara e soprattutto a seguito delle Linee guida emanate nel dicembre scorso, il tema del docente tutor sta tornando d’attualità.
Per la verità non è la prima volta che il termine tutor viene usato in ambito scolastico. Una delle prime occasioni risale all’epoca della riforma Moratti che prevedeva l’istituzione dei docenti tutor nelle scuole del primo ciclo con il compito di curare il portfolio degli alunni ma anche i rapporti con le famiglie e il coordinamento del team docente.
Il tentativo non andò in porto per la ferma opposizione delle organizzazioni sindacali che nel 2007 riuscirono persino a “convincere” la parte pubblica a sottoscrivere un contratto integrativo con cui si disapplicavano le norme della riforma relative a tutor e portfolio.
Ma di tutor si parla, da molti anni, anche a proposito dell’anno di prova e formazione dei docenti neo-assunti il cui percorso di ingresso nella scuola deve essere seguito appunto da un insegnante tutor.
E poi, nella scuola secondaria di secondo grado, ci sono i tutor per i PCTO che hanno il compito di curare i rapporti con le aziende che accolgono gli studenti.
Insomma di tutor si parla spesso e in riferimento a ambiti diversi.
Una nota comune, però, sembra essere quella di uno scarso interesse per i risvolti formativi; sembra insomma che il Ministero sottovaluti la necessità di garantire una adeguata preparazione dei docenti che assumono incarichi che riguardano l’organizzazione didattica nel suo complesso.
“Ritengo l’indicazione del tutor per l’orientamento, previsto dalle Linee guida emanate a dicembre – commenta Mario Rusconi, presidente ANP Lazio – possa essere da stimolo per una ridefinizione delle varie figure di sistema inserite da alcuni anni nell’ambito delle istituzioni scolastiche, senza però che siano state accompagnate da un adeguato approfondimento professionale del loro ruolo”.
“In attesa delle specifiche riguardanti il tutor dell’orientamento – conclude Mario Rusconi – sarebbe auspicabile dunque una precisa messa a punto delle caratteristiche culturali, ad esempio, della figura del responsabile della biblioteca, dei laboratori tecnici e scientifici e di settori di vara natura presenti nelle scuole, per cominciare ad istituire i primi fondamenti del management scolastico, di cui si auspica da anni l’istituzione.