“Ah! Ah! rido ben di core”, cantava Maddalena nel Rigoletto, di fronte alle riciclate avances del Duca di Mantova.
Ѐ il primo pensiero che mi è venuto in mente, di fronte alle incerte minacce di sciopero dei Sindacati della Scuola e di fronte all’ennesimo “Contratto dei trenta denari” proposto dal Governo Draghi.
Un dubbio atroce attanaglia i sindacalisti: riusciranno i poveri insegnanti a sostenere il costo della trattenuta per sciopero?
Fino ad ora, nessuno ha ipotizzato l’unica forma di astensione dal lavoro efficace e per di più a costo zero, capace di “terrorizzare” i presidi e il Ministro: le dimissioni di maestre e professori da tutti gli incarichi aggiuntivi, retribuiti con un pugno di euro ma accettati comunque per spirito di servizio da un gran numero di insegnanti. Altro che pelandroni…
Facciamo finta che, in un rigurgito di dignità, i Sindacati più rappresentativi proclamino uno sciopero che comporti le dimissioni in massa di 1° e 2° Collaboratore del Preside, Referenti di Plesso, Figure Strumentali, Coordinatori dei Consigli di classe, Referenti Covid, Componenti del NIV, etc.
Semplicemente, e senza alcuna penalizzazione economica per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, sarebbe impossibile far funzionare gli istituti scolastici. Le lezioni sarebbero regolari, così come le riunioni degli Organi Collegiali (delle quali i verbali verrebbero stilati a turno dai docenti presenti), ma ciascun preside dovrebbe predisporre di persona e quotidianamente le variazioni d’orario e magari chiudere l’orario definitivo, presiedere e coordinare ogni singolo Consiglio di classe e GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) per la predisposizione dei PEI (Piani Educativi Individualizzati) per gli alunni con disabilità, etc.
In sintesi, se la totalità o anche un rilevante numero di insegnanti aderisse alla tipologia di “sciopero-non-sciopero” sopra descritto, cioè si limitasse a svolgere esclusivamente i compiti previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Scuola, nessuna maestra e nessun professore potrebbe essere soggetto ad alcuna trattenuta sulla retribuzione!
Nello stesso tempo, anche la mitica “Casalinga di Voghera” scoprirebbe che la Scuola si regge sul senso di responsabilità e l’attenzione continua ai bisogni formativi delle alunne e degli alunni di un numero altissimo di insegnanti che, ogni mattina e durante numerosissimi pomeriggi, svolgono lavori fondamentali per il buon funzionamento della Scuola. Si parla di impegni professionali non contrattualizzati e quindi non retribuiti, o “retribuiti” con quattro spiccioli.
Invito le colleghe e i colleghi a riflettere, tra un PON e un RAV, tra una Riunione per l’Orientamento o per il PTOF 2022-2025.
Antonio Deiara