Politica scolastica

Uno sguardo all’orizzonte: come riaprire a settembre 2021

La scuola è di nuovo rientrata – se mai ne fosse uscita – nel frullatore delle ipotesi dad/non-dad, zona rossa, arancione rafforzato, giallo, vaccini, tamponi, quarantene fiduciarie, aperture, chiusure, attese di DPCM, ordinanze regionali,  … in un susseguirsi di informazioni a volte tra loro contraddittorie che rischiano solo di far aumentare l’incertezza.

I tempi lunghi della scuola

Ciò che sfugge a molti è che ogni scuola è una organizzazione complessa che coinvolge migliaia di persone (docenti, personale, alunni, famiglie, operatori dei trasporti e delle mense, cooperative di educatori ecc…) in un intreccio di diritti, doveri, esigenze, bisogni, aspettative che devono essere mediati per trovare una positiva via d’uscita per tutti.

Malgrado tutto la scuola sta reagendo con grande prontezza alle variazioni quasi quotidiane della propria organizzazione. Variazioni indotte da un lato dall’incidenza dei casi di positività al covid scoperte nella singola istituzione (che implicano tracciamento, invio ai tamponi rapidi, quarantene fiduciarie, sostituzioni docenti,…) dall’altro dalla situazione pandemica territoriale che può portare a repentine chiusure.

Così, mentre siamo alle prese con l’emergenza quotidiana rischiamo di lasciarci sfuggire la necessità di iniziare adesso a ragionare sulla apertura del nuovo anno scolastico e sulle problematiche ad esso correlate e che devono trovare una impostazione coerente in queste settimane.

In questi giorni, ad esempio, noi dirigenti siamo alle prese con la definizione degli organici 2021/22. Ma al momento non esiste una nota ministeriale sugli organici. Eppure è adesso, in questi mesi, che si decide del prossimo anno, della ripartenza dell’anno scolastico in una situazione nella quale speriamo tutti i docenti siano vaccinati ma nella quale di certo non lo saranno gli alunni e gli studenti di età inferiore a 18 anni.

Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro

Sono così andato a curiosare nel rapporto della task force istituita dalla ministra Azzolina il 21 aprile 2020 e guidata da Patrizio Bianchi che oggi è il nuovo ministro dell’istruzione.

Il rapporto, reso pubblico solo il 13 febbraio 2021, è stato analizzato da molti soprattutto per le parti che si riferiscono alle proposte per il futuro del sistema istruzione e formazione mentre pochi si sono soffermati sulle prime pagine che presentano quelle che – allora – erano le proposte per riaprire le scuole a settembre 2020. Si tratta in realtà di una lettura interessantissima. Riporto qui le indicazioni fornite dal rapporto (pp. 9-10) in vista della riapertura di settembre 2020.

  1. assoluta necessità di tornare a svolgere attività in presenza come condizione per ritrovare le funzioni di socialità e di partecipazione alla comunità, che restano uno dei compiti fondamentali della scuola per lo sviluppo della personalità e del diritto alla cittadinanza di tutti e di ognuno
  2. necessità di ripensare e valorizzare appieno le esperienze di formazione a distanza realizzate in questa fase (ndr. marzo- giugno 2020), che avevano visto, nel breve tempo di impiego forzato, un utilizzo delle tecnologie digitali applicate all’educazione senza precedenti, anche se in molti casi molti docenti erano arrivati senza una adeguata preparazione.
  3. per quanto riguarda la dimensione territoriale …. misura chiave ) la promozione di “Patti educativi di comunità”, da sottoscrivere tra le istituzioni scolastiche, le Regioni, gli Enti locali e le forze vive del territorio per permettere lo sviluppo di attività da svolgersi anche “al di fuori dalla scuola”, pur nel rispetto delle regole di sicurezza che verranno stabilite dalle autorità sanitarie.
  4. fra gli strumenti affidati all’autonomia delle istituzioni scolastiche per permettere l’avvio del nuovo anno in sicurezza venivano indicati:
  • I gruppi di apprendimento con un numero di allievi adeguato agli spazi effettivamente disponibili nella singola struttura scolastica;
  • La rimodulazione del tempo delle lezioni in modo da offrire le attività in presenza per il maggior numero di allievi;
  • La riprogettazione dell’offerta didattica delle discipline, anche in vista di fruire diversamente degli spazi interni ed esterni alla scuola;
  • La promozione di un nuovo rapporto tra attività informali e non formali, anche con un eventuale ricorso a figure esterne al tradizionale organico scolastico.
  • La revisione degli attuali criteri di dimensionamento degli istituti scolastici, per poter disporre an- che di istituzioni scolastiche di minori dimensioni, con la garanzia di un numero adeguato di dirigenti scolastici (DS), di direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA) e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), garantendo soprattutto un supporto alle istituzioni scolastiche operanti nelle aree più fragili.

Ripeto, erano le indicazioni per settembre 2020. Direi però che valgono pari pari anche per settembre 2021.  E adesso, 2 marzo, abbiamo anche più tempo per cercare di dare gambe concrete, risorse e supporto normativo a idee e proposte che potrebbero farci ripartire al meglio fra 6 mesi.

Basta volerlo.

Aluisi Tosolini

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