Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel per le GaE infanzia

L’incontro con la senatrice Puglisi e il Comitato tutela precari GaE infanzia (22 giugno 2016), ha aperto uno spiraglio di luce in fondo ad un tunnel in cui la nostra categoria era precipitata. Dimenticati da tutti, cercavamo con ogni mezzo lecito di farci ascoltare, ma ogni volta che cercavamo un confronto trovavamo un muro.

Finalmente una delegazione del Comitato, dalle quali mi sento egregiamente rappresentata, a piccoli passi, cercando di coinvolgere quante più precarie delle Gae infanzia possibili, prendendosi insulti da altri colleghi, che vantano più diritti, come se noi fossimo iscritte, a pieno titolo, in GaE per grazia divina, sono riuscite, lì dove altri non ce l’hanno fatta, ad aprire un dialogo pacato e costruttivo.

Pur se confidiamo nella serietà dell’on. Puglisi,tutto questo da solo non basta, le parole si devono tradurre in fatti. Attualmente cosa abbiamo di concreto? Il DL 42/2016 che all’art. 1 quater stabilisce che il 15% dei posti andrà agli idonei GM 2012 nelle regioni dove le graduatorie di merito sono esaurite e l’85% alle GaE(legato all’ipotesi che gli USR non pubblichino, in tempo utile le GM 2016, perché basterebbe una sola pubblicazione a far cambiare le cose). Possiamo considerarlo un rimedio sufficiente, ma non risolutivo, perché è vero,si assumerà una buona parte di precari delle GaE, ma non si esauriranno definitivamente.

C’è bisogno di ben altro, quello che è stato concesso agli altri ordini di scuola: il potenziamento. In seguito a questa prima conquista ottenuta mi sento di fare un appello, che sono sicura che non sia solo un mio pensiero, ma quello di tutti i colleghi nella mia stessa situazione. Mi rivolgo ai sindacati: voi rappresentate i lavoratori di una determinata categoria allo scopo di difenderne gli interessi professionali, la politica ha dato un segno di apertura, quindi, visto che avete gli strumenti migliori dei nostri per dialogare con il Governo, perorate la nostra causa, affinché si possa realizzare quello che ci spetta per diritto, avendo tutti i requisiti stabiliti dalla legge: l’immissione in ruolo.

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