La battaglia del comitato “Quota 96” a quanto pare non si ferma e in attesa dei verdetti degli altri giudici del lavoro, cui si sono rivolti per ottenere il riconoscimento del diritto alla quiescenza spostando i benefici maturati al 31 agosto, con la chiusura dell’anno scolastico, invece del 31 dicembre, come per il resto del pubblico impiego, si scava tra i meandri delle leggi.
Secondo una nota apparsa su “Affari italiani” la chiusura nei confronti della richiesta di spostare al 31 agosto i benefici alla pensione, se per un verso è stata imposta per ragioni economiche (poco credibili del resto perchè si tratta di appena 3.500 persone), per l’altro verso l’articolo 14 della Spending review apre ai docenti in esubero, consentendo loro l’uscita dalla scuola se maturano il diritto non più al 31 dicembre 2011 ma al 31 agosto 2012, così come, dopo il varo della legge Fornero sulle pensioni, il comitato “Quota 96” sta richiedendo per loro stessi.
E allora il ragionamento degli aderenti al gruppo, che si rifà alle “Quote” della legge Damiano, è conseguente: se è lo stesso governo, col Parlamento che ha votato l’emendamento all’art.14, consapevole che la specificità della scuola consente solo una finestra di uscita, tanto che ha adottato l’articolo per i docenti in esubero, perché non lo si deve allargare anche a chi non rientra tra tali classi di concorso?
In altre parole sembra quasi ci sia una sorta di fumus di intransigenza, e senza quindi giustificati motivi che non sia il risparmio di qualche milione di euro, contro questi 3.500 lavoratori della scuola il cui diritto fra l’altro è stato ampiamente riconosciuto anche da tutti i sindacati, rappresentativi e no, della scuola e persino da importanti esponenti (Bastico e Ghizzoni) di partiti che appoggiano il governo Monti e dal giudice del Lavoro di Oristano.
Un precedente, quello del pensionamento degli esuberi coi diritti maturati al 31 agosto, sostiene “Quota 96”, che dovrebbe fare riflettere i parlamentari e nello stesso indurre gli altri giudici del lavoro, che devo ancora pronunciarsi, a dare ragione ai docenti che alla magistratura si sono rivolti.
Ma c’è ancora un’altra faccenda che deporrebbe a favore della richiesta del comitato “Quota 96” e che si allaccia alla dichiarazione del presidente dell’Inps, Mastropasqua, quando dice che ancora prima di sentire gli effetti della legge Fornero (a regime nel 2013), l’istituto ha un risparmio effettivo di circa il 47%, mentre la media dell’età di uscita dei nostri lavoratori supera la Francia e tallona di poco la Germania.
Non ci sarebbe dunque un solo dato negativo di carattere strutturale, legale o economico per mantenere ancora questa sorta di accanimento contro quel personale della scuola che al 31 agosto ha maturato il diritto alla pensione, mentre si fa sempre più strada l’idea, sostiene il gruppo, che sia più una questione di tipo ideologico per dimostrare che la legge in quanto legge è dura ma è legge anche se è non giusta.