“Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, sezione VI, accoglie l’appello incidentale e rigetta quello principale (r.g.n. 6244/2012), riforma l’impugnata sentenza e dichiara sussistente la giurisdizione della Corte dei conti, sezione giurisdizionale del Lazio, Roma, dinanzi alla quale il giudizio potrà essere riassunto entro il termine perentorio di tre mesi, decorrenti dall’avvenuta notificazione o comunicazione della presente sentenza, salvi gli effetti della translatio iudicii.
Oneri processuali compensati per il doppio grado di giudizio.
Ordina che la pubblica amministrazione dia esecuzione alla presente sentenza.”
Una nuova vittoria, seppure ancora parziale, del personale della scuola appartenente alla “Quota 96” che con questa sentenza vede aprirsi la possibilità di concentrare presso un unico giudice la stranissima quanto incomprensibile questione aperta dalla legge sulle pensione voluta dal ministro Fornero che non ha tenuto conto della specificità della scuola e delle sue rigidità didattiche.
Con risoluzione per lo più draconiana, la legge Fornero ha bloccato tutti i benefici della precedente disposizione sulla quiescenza al 31/12/ 2011, tralasciando di prendere in considerazione il personale della scuola che maturava il diritto al 31 agosto del 2012 in quanto bloccato da quest’unica finestra di uscita.
Gli immediati ricorsi al Tar del Lazio del comitato civico “Quota 96”, avviati in contemporanea anche da alcuni sindacati, hanno avuto il solo effetto di demandare al giudice del lavoro per ciascuna provincia la decisione, senza tralasciare tuttavia, come ha specificato l’avvocato dei ricorrenti, di investire nello stesso tempo con un appello anche il Consiglio di Stato che si è appunto pronunciato riconoscendo alla Corte dei Conti del Lazio il diritto di pronunciarsi sulla materia.
Questo significa pure che tutte le istanze presentate negli uffici periferici faranno capo a Roma e significa pure che il Consiglio di Stato ha visto del “fumus” nella intera faccenda, così come del resto anche un illustre giudice come Imposimato aveva illustrato.
Esponenti del comitato “Quota 96” hanno pure denunciato, nel loro sito Facebook, come sia stato calpestato impunemente, con la legge Fornero, il principio del diritto acquisto che però qualche esponente politico ha preteso debba applicarsi, con una manovra emendativa sotterranea, ad altri gruppi di potere assai vicini alla casta.
Ma hanno pure sottolineato che il Governo, con decisione strabica, abbia consentito ai sovra numerai della scuola di andare in pensione il 1° settembre 2013, se entro quella data avessero maturato quegli stessi requisiti che però si negano con caparbia asperità al personale della “Quota 96” che ne è già in possesso e che vuole togliere il disturbo.
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