Secondo i dati relativi all’anno scolastico in corso, rilasciati dal ministero dal Miur, uno studente su 10 è straniero, ma ci sono anche classi in cui la presenza dei figli degli immigrati supera il 50% della popolazione scolastica.
Stando al Miur, il 9,49% di chi frequenta le scuole italiane, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, non ha la cittadinanza italiana, alla quale bisogna aggiungere quella dei figli di persone di origine straniera e naturalizzate italiane che però non compaiono nelle statistiche, ma sono in classe
Per questo, in presenza di tanti ragazzi stranieri, occorre una didattica particolare che coinvolge soprattutto il modo con cui gli insegnanti affrontano le ulteriori difficoltà con l’italiano.
Secondo la mappa del Miur ci sarebbe un’Italia divisa in due: le regioni del centro Nord in cui la scuola multietnica è ormai una realtà consolidata e quelle del Sud e le isole in cui la presenza degli stranieri in classe, salvo qualche eccezione, è ancora un elemento marginale.
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I dati messi a disposizione dal Miur però sarebbero parziali, chiarisce Il Sole 24 Ore che pubblica una mappa ragionata, perché non solo mancano completamente i numeri relativi alla Valle d’Aosta e al Trentino Alto Adige, ma anche quelli di molti comuni italiani. Selezionando le scuole secondarie di secondo grado con il filtro, è possibile vedere come manchino i dati relativi a gran parte del Paese.
In ogni caso alcune zone del Sud dovrebbero cominciare a prepararsi a fare i conti con una sempre maggiore presenza di bambini non italiani in classe. Come ad esempio le provincie di Olbia, Matera, Ragusa, Teramo e Foggia.
Ma anche qui maestri e professori devono iniziare a pensare ad una didattica che tenga conto del fatto che sarà rivolta ad una classe multietnica. E che rappresenta il primo passo verso la piena integrazione di questi bambini.
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