Uno studente su tre, dei quasi otto milioni di alunni dentro i 41 mila edifici, si sente in pericolo nel frequentarli.
Secondo un sondaggio di Skuola.net, solo per il 37 per cento degli intervistati le aule sarebbero sicure, mentre il 30 per cento non ha esitato a denunciare come all’interno delle aule tema per la propria incolumità.
Per quanto riguarda invece i servizi erogati (dai bagni alle aule didattiche ai laboratori) tra i primi posti per inefficienza c’è la pulizia della aule e dei bagni ma anche il riscaldamento.
E proprio su quest’ultimo aspetto quasi la metà della popolazione scolastica si è detta scontenta della climatizzazione interna: spesso in inverno i caloriferi restano freddi (per il 28%) e in troppe circostanze la loro «potenza» è insufficiente a rendere confortevole l’ambiente (20%).
Eppure dal 2014 ad oggi le cifre che il governo ha messo in campo per far fronte al riammodernamento delle strutture scolastiche non sono di poco conto, con una dotazione totale di quasi 4 miliardi; che negli ultimi 36 mesi – segnala il Miur – hanno portato alla realizzazione di oltre 12mila interventi.
All’appello, infatti, mancherebbero ancora 845 interventi (stabiliti all’interno del decreto legge «del fare» per la «Scuola sicura») che saranno finanziati con i ribassi d’asta.
Ad oggi sono stati certificati 692 interventi dei quali 418 conclusi; 227 avviati e 47 ancora da avviare.
Numeri che, se rendono onore agli impegni finanziari assunti, non riescono, però, a eludere, da qui le critiche, o a soddisfare le richieste di migliaia di giovani che chiedono sì, e in primo luogo sicurezza, ma pure un ambiente confortevole, accogliente e funzionale.
In ogni caso, sostiene il sondaggio di Skuola.net, un terzo degli studenti (il 32%) dice che nell’ultimo anno il loro edificio non è stato interessato né da interventi di manutenzione straordinaria né ordinaria, mentre la manutenzione non sempre ha raggiunto gli obiettivi: infatti, per il 23 per cento del campione intervistato gli interventi fatti non hanno portato a nessun tipo di miglioramento (soprattutto al Sud dove gli scontenti toccano quota trenta per cento). Solo in un caso su quattro (il 26 per cento del campione), al contrario, il volto della scuola è mutato in senso positivo: al Nord si sale al 33 per cento al Centro-Sud non si arriva al 20 per cento. Per il restante 51 per cento, invece, le migliorie sarebbero avvenute solo in parte.
Nel 2014, infatti, pubblica il Miur, sono state coinvolte con il capitolo «Scuole belle» 7mila 235 scuole e ad altre 10mila sarebbe toccato lo scorso anno.
Il tutto con un’iniezione finanziaria di 280milioni in due fasi (150milioni per il 2015, 130milioni per il 2016). Altri fondi, naturalmente, sono andati al tema antisismico e altri ancora per la costruzione di scuole nuove di zecca.
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